"Ai 14 autocostruttori di Filetto il Comune di Ravenna ha appena sparato il colpo di grazia", commenta in una nota Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna in Consiglio comunale. "La dirigente comunale dell’ERP - continua Ancisi - ha firmato e notificherà alla coop. Mani Unite, in cui essi si sono costituiti, la decadenza totale del diritto di superficie sul terreno comunale loro concesso nel 2006 per 99 anni. Dunque, il Comune si riprende il terreno e diventa proprietario delle due palazzine grezze da loro edificate con oltre 21.000 ore del proprio lavoro e pagate coi loro soldi. Il Comune li accusa di aver violato il contratto perché non hanno ultimato la costruzione entro il
Gli autocostruttori, rileva ancora Ancisi, non hanno alcuna colpa. “Il progetto dell’autocostruzione non se lo sono inventati loro, ma il Comune stesso, con atti di dominio pubblico che ne hanno fissato le regole e i meccanismi, affidandone la gestione all’associazione Alisei. Gli autocostruttori, metà italiani metà immigrati, scelti con un bando pubblico dal Comune tra le famiglie a basso reddito, hanno rispettato le regole fissate, prestando ciascuno 1.500 ore (e andando anche molte oltre) di egregio lavoro e affidando i soldi del prestito contratto con Banca Etica ad Alisei, ora nella forma di società srl, perché sovrintendesse tecnicamente ai lavori e fornisse i materiali e i lavori specializzati necessari. Finite le murature, il resto (impianti, intonaco, pavimenti, rivestimenti, infissi, fognatura, ecc.) è saltato in aria fin dal 2009”. Poi nel 2010 Alisei è fallita. “Le due palazzine grezze, col tetto incompiuto, sono finite in malora, devastate e depredate in tutto, con enorme deprezzamento di valore, al punto che oggi servirebbe un milione di euro per riprendere e completare i lavori.
Per attribuire “le colpe” di tanto sfacelo, il contratto di concessione dev’essere valutato congiuntamente al protocollo d’intesa del dicembre 2003 tra il Comune ed Alisei, approvato in consiglio comunale, di cui costituisce parte integrante. Tale protocollo ha posto a carico del Comune degli impegni, tra cui di “dare periodicamente informazione sull’andamento del progetto alla Commissione consiliare di riferimento” (mai fatto) e soprattutto di “sovrintendere, coordinare e vigilare in tutte le fasi la corretta attuazione del progetto di autocostruzione”. "Essendo stato a fianco degli autocostruttori" "fin dalle prime pesanti avvisaglie", posso dimostrare "in qualsiasi sede a cui essi intendano ricorrere, stragiudiziaria (arbitrato) o giudiziaria (al TAR contro la decadenza della concessione e/o al Tribunale civile per la rifusione dei danni, senza escludere la sede penale), che questo impegno è stato disatteso gravemente e infelicemente".
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