
Le operaie dell’azienda ospiti al programma di Santoro. Soddisfatta la Cgil.
Le operaie Omsa protagoniste ad Annozero. Ieri sera il teatro Masini di Faenza ha infatti ospitato il dramma delle 347 ex dipendenti della struttura che fa capo alla Golden Lady.
Le lavoratrici, tutte in cassa integrazione dopo la decisione di spostare l’azienda in Serbia, hanno espresso la propria rabbia per un sistema politico “incapace di ascoltarci e supportarci. Vogliamo la riconversione, non la carità. Dove sono le istituzioni?” hanno chiesto disilluse dal palco le donne in divisa.
La discussione si è poi allargata abbracciando la questione della “delocalizzazione” delle imprese, un mezzo sempre più utilizzato dalle aziende italiane per ottenere costi di produzione inferiori.
“Per noi – ha dichiarato Samuela Meci della Filctem Cgil faentina in distacco sindacale dall’azienda in questione – è stato veramente importante essere protagoniste nella trasmissione di Santoro. Ci ha permesso di portare alla ribalta la situazione delle lavoratrici Omsa a livello Nazionale. E’ sempre stato un nostro obiettivo poter parlare a tutta la Nazione di come si sta comportando questa azienda italiana. Un’azienda nata qui nel dopoguerra, che si è arricchita grazie agli aiuti delle amministrazioni e della forza lavoro, e che in questa situazione di crisi, che tocca in maniera drammatica il faentino, sfrutta il momento per raggiungere solo i suoi obiettivi di guadagnare di più, ma all’estero, in Serbia. La denuncia di questa situazione vuole andare oltre il territorio faentino, regionale, e approdare sui tavoli nazionali affinchè ci si impegni a dare gambe agli accordi sottoscritti con la proprietà Golden Lady in sede ministeriale. Sono passati 8 mesi dalla sottoscrizione dell’accordo in cui l’azienda si impegna alla riconversione del sito di Faenza e ad oggi non c’è ancora nulla di concreto che faccia sperare ad una soluzione occupazionale positiva.”
Dello stesso parere il coordinatore Cgil Area Faenza Idilio Galeotti che ha dichiarato: “occorre constatare che l’azienda non sta rispettando l’accordo e per questa ragione dobbiamo intervenire assieme alle Istituzioni affinchè si richiami alle proprie responsabilità un’azienda che sta licenziando senza essere in crisi, ma solo per il fatto che per strategie aziendali e di convenienza, i lavoratori dell’Omsa non servono più. Il problema di queste lavoratrici non deve essere solo il loro, ma di un’intera società che non accetta che un’azienda come l’Omsa nata nel 1939, se ne vada così, lasciando i lavoratori senza lavoro, in un tessuto economico di grande crisi, la più grave dal dopoguerra ad oggi”.