
Un aperitivo pubblico per dare il via al programma della candidata alle primarie del Pd per la Provincia
Ieri, in occasione dell’assemblea provinciale del Pd, Serena Fagnocchi è ufficialmente candidata alle primarie del Partito Democratico per la scelta del presidente della Provincia alle prossime elezioni. Nell’occasione, la stessa Fagnocchi ha lanciato l’invito a tutta la cittadinanza per un aperitivo conviviale che si terrà oggi pomeriggio alle 18.30 alla galleria NinaPì di via Pascoli 31 a Ravenna.
“Desidero anzitutto ringraziare, di cuore, tutti coloro che mi hanno voluto sostenere, credendo con forza e convinzione nel senso e nello spirito della mia candidatura – sono le parole di Serena Fagnocchi –. Un ringraziamento particolare va a quelli che, al di là dei candidati in campo, hanno voluto ribadire con il loro sostegno che ritengono le Primarie una essenziale opportunità di confronto e di dialogo all’interno di questo partito, e con quella parte di società che ci osserva e attende che noi incarniamo davvero quella speranza di cambiamento per noi, per i nostri figli, per i figli dei nostri figli.
Avete dato ali a questo progetto, ora abbiamo insieme la responsabilità di farlo volare.Volare alto, per restituire alla politica quel sentimento di bellezza e di nobiltà che qui dentro tutti noi ora condividiamo, ma che là fuori non è stato percepito, anzi, è stato in questi anni un vero fantasma. Un nuovo modo di fare politica, a cominciare da qui ed ora, da questa campagna elettorale.
Sono certa che io e Casadio ci impegneremo ad alimentare una dialettica ricca, come la complessità dei tempi richiede, in un clima sereno e leale.
Ciò contribuirà a creare una maggiore forza e coesione interna, che insieme ad un dialogo forte e capillare con la società, sarà senza dubbio un importante valore aggiunto per tutto il partito. Ciò che più mi fa piacere e mi incoraggia è che nel gruppo che ha sollecitato e sostenuto la mia candidatura ci sono persone provenienti da tutte le aree culturali, le sensibilità, le storie politiche e le visioni che fanno di questo partito il giacimento di uno straordinario tesoro di conoscenze, di passioni, di potenzialità, di legami sociali, un tesoro che dobbiamo, di nuovo riportare integralmente alla luce. Insieme”.
“Il mio è un progetto politico che predilige la dimensione orizzontale, e che a partire da questo nucleo costituito dal PD, e nel pieno rispetto della autonomia dei singoli nodi, vuole infittire ed estendere questa rete di intelligenza collettiva e metterla al servizio dell’intera società!
Una società che da segno di non accontentarsi più delle parodie televisive e delle tante tristi banalizzazioni del berlusconismo, e che nella fase di ascolto avviata in queste settimane ( e che continuerà nel futuro ) mi ha indicato delle priorità che sono in formidabile sintonia con il mio sentire personale: a partire dalle DONNE e dai GIOVANI, vergognosamente sottorappresentati in tutti i piani del sociale, e che sono al CENTRO del mio programma; passando per una ECONOMIA che non sia più tutta governata da indicatori quantitativi e impersonali, bensì centrata sulla QUALITA’ in tutte le sue declinazioni e che guardi agli individui e alle comunità come fini e non come mezzi; dopodomani a ricevere il “Premio CerviaAmbiente 2010” sarà JEAN-PAUL FITOUSSI, un economista ortodosso in odore di Nobel per la teorizzazione del BIL, il Benessere Interno Lordo, contrapposto al PIL, che a nulla serve per quantificare la reale qualità della vita.
L’economia è uno di quei campi in cui a mio avviso più urgentemente il PD deve maturare una nuova cultura e un nuovo linguaggio, non subalterno a quello caricaturale delle destre liberali italiane, bensì forte di paradigmi molto più aperti al nuovo, e più fortemente collegati ai temi della democrazia, della giustizia sociale, dei nuovi stili di vita responsabili”.
“Una cultura economica in cui, ad esempio, il LAVORO sia vero e forte, via maestra di una affermazione piena della CITTADINANZA, opposta alla precarizzazione della esistenza.
Una cultura in cui l’AMBIENTE sia il baricentro di ogni nuova progettualità, la sostenibilità la bussola di ogni attività da sperimentare, gli spazi di naturalità –che per fortuna sono ancora tanti nei nostri territori- siano rigorosamente tutelati e destinati alla qualità della vita individuale e collettiva.
Una società che chiede di fermare il consumo del territorio, che chiede una mobilità che non sia più monopolio dell’auto privata, bensì un sistema integrato di mezzi pubblici a basso impatto con tanti spazi destinati al respiro dei pedoni e dei ciclisti e a tutti i mezzi di spostamento dolci.
Un paio di riflessioni non si possono non dedicare a proposito della Provincia. Per quanto, almeno a parole, tanti dichiarino di volerne l’ abolizione, per un verso non dimentichiamo che sono previste dalla Costituzione, per cui non si cancellano con un colpo di spugna, e d’altro lato è difficile immaginare una architettura di governo che non abbia luoghi intermedi fra il micro dei Comuni e il macro delle Regioni.
Si tratta quindi anzitutto discutere su come gestirle al meglio, e in questa prospettiva gli indirizzi su cui punterò saranno principalmente la SEMPLIFICAZIONE e la TRASPARENZA, capace da sola di responsabilizzare ogni attore del sistema, avendo come unico faro il bene collettivo della comunità”.
“E tutto questo va declinato/calibrato sul contesto attuale. La globalizzazione sta avendo esiti contraddittori: i confini talvolta scompaiono e talaltra invece si moltiplicano; a seconda delle circostanze, ogni territorio può trovarsi a competere o collaborare col “vicino”.
In un quadro simile il contributo che un livello intermedio come appunto quello provinciale può dare è importantissimo, affinché questo sistema ogni volta si organizzi per predisporre la risposta migliore alla scala del specifico problema: soluzione che può essere intra-provinciale come l’Unione dei Comuni, o inter-provinciale come l’Area Vasta, e oltre.
Per concludere, in queste ore si è festeggiato il lieto fine di una disavventura che ha tenuto con il fiato sospeso il mondo intero: dopo mesi di incubo i 33 minatori cileni prigionieri nelle viscere della terra sono stati tutti riportati in superficie, salvi.
Un contributo determinante all’esito felice, quasi miracoloso, di questa vicenda, è stato l’uso di moderne tecnologie, da quelle delle comunicazioni che li hanno tenuti in costante contatto con la superficie e le famiglie, a quelle che hanno consentito di scavare un corridoio di fuga sicuro lungo 700 metri.
Ma quella che da subito si è rivelata senza dubbio decisiva per tenere viva la speranza è stata la tecnologia più antica del mondo, la solidarietà, la capacità degli uomini di stringersi gli uni agli altri, di farsi forza, di fare gruppo, di tendere insieme verso lo stesso obiettivo,al di là dei singoli egoismi.
Questa storia, avvenuta in un luogo lontano dall’Italia, offre molte ispirazioni utili anche al nostro Paese, e al nostro partito. ‘Sortirne insieme è politica’ come insegnava Don Milani”.