
Ancarani (Pdl): “L’Amministrazione non si è schierata con gli esercenti”
I vicecoordinatore comunale vicario del Pdl, Alberto Ancarani, interviene sulla situazione riguardante i “gazebo” in centro.
“La bocciatura, già ampiamente prevedibile, dell’unico progetto di dehor presentato da parte di un esercente per potenziare la propria offerta commerciale secondo i crismi previsti dal regolamento comunale e dai discrezionali giudizi della Sovrintendenza, è il segnale più evidente dell’incapacità dell’attuale amministrazione comunale di restituire respiro alla vita del centro storico”, rileva l’esponente Pdl.
“Appare dunque utile – prosegue - una cronistoria dei fatti: dopo una lunga gestazione nonché un tira e molla degno di miglior causa con
Oltre alle critiche estetiche che si sprecano, subito appare chiaro tra le altre cose che un bar importante come quello sotto Palazzo Merlato addirittura non solo non potrebbe installarlo in piazza del Popolo, ma potrebbe farlo addirittura solo in piazza Dell’Aquila, ma dalla parte opposta all’entrata del bar!”.
“Non finisce qui: assieme al progetto, presentato in pompa magna alla Sala Corelli del Teatro Alighieri, viene illustrato il regolamento a cui gli esercenti interessati si devono conformare.
Subito appare chiaro che i costi di progettazione e poi di installazione di ogni dehor appaiono proibitivi per gli esercenti, ma ancor più grave è l’ammontare dei costi per l’obbligatoria previsione di smontarli ad aprile di ogni anno per rimontarli in autunno.
Ciò che dunque succede oggi, con la bocciatura di quello del Bar Silvano e la conseguente scelta da parte dei suoi gestori di abbandonare l’impresa è esattamente ciò che era ampiamente prevedibile al momento della presentazione del progetto e del relativo regolamento ed è la dimostrazione di un fallimento totale dell’obiettivo dehors”.
Secondo Ancarani “non vanno certo taciute le responsabilità della Sovrintendenza” che a volte appare più interessata al rispetto di “rigidi formalismi” che alla ricerca “del giusto rapporto fra la salvaguardia dei panorami e dei beni ad essa demandata dalla legge e la necessità di consentire a un territorio il suo pieno sviluppo di fruibilità e la sua fruibilità. Tuttavia all’amministrazione comunale resta la gravissima responsabilità di non essersi saputa muovere nel guazzabuglio di lacci e lacciuoli della Sovrintendenza e di non avere avuto il coraggio di schierarsi apertamente con gli esercenti, sprecando al contempo sessantamila euro di denaro pubblico.