
Le richieste dei lavoratori delle coop. La relazione di maggioranza. Si delinea il quadro delle responsabilità
E’ iniziato puntuale, alle 16, il consiglio comunale sul disavanzo del disciolto Consorzio per i servizi sociali. Il presidente Valter Fabbri, ha spiegato che nella seduta di oggi verranno ascoltate le relazioni, rimandando alla prossima seduta le votazioni.
In sala, il pubblico delle grandi occasioni, composto in gran parte da lavoratori delle coop sociali, ma anche da sindacalisti e politici. All’ingresso di palazzo Merlato, i dipendenti delle coop hanno distribuito un volantino in cui chiedono all’amministrazione di garantire i tempi di liquidazione dei crediti, perché “noi siamo quelli che rischiano di non percepire il prossimo stipendio”.
Alle 16.15 è intervenuto Andrea Maestri, capogruppo Pd e vice presidente della Commissione d’indagine, per illustrare la lunghissima relazione di maggioranza, che ripercorre in modo dettagliato ogni riunione della Commissione con relative audizioni.
Stante la mole di fatture fuori bilancio (quasi 4,9 milioni), ha spiegato Maestri, si riscontra come si sia subito palesato che debiti non traessero origine solo dall’ultimo anno di vita. Emergono, l’incapacità del bilancio a finanziare anche spese ripetitive e programmate, discendenti da contratti già stipulati, e lo spostamento dei costi per importi progressivamente crescenti. Tuttavia, non sono emerse fatture per prestazioni non coerenti con attività del Consorzio.
Maestri evidenzia poi che i costi di competenza “eccedenti rispetto agli stanziamenti si spostavano da un anno all’altro. Dopo il 2005 gli importi crescono in modo rilevante fino ai quasi 5 milioni del 2009. Ogni anno iniziava con un fardello finanziario”.
Non si rileva “che la prassi di impegnare somme di esercizi precedenti fosse conosciuta o rilevata da organi preposti ad amministrazione e vigilanza.
Le funzioni gestionali e direzionali in capo a un unico soggetto (Carlo Savorelli) ha favorito che tale ripetuta attività di imputazione potesse passare inosservata e irrilevata”.
Emerge comunque dalla relazione che al presidente, Aldo Preda, spettava il compito di “sorvegliare” il direttore: premiato invece per la produttività.