I dubbi di Covato e Palazzetti sul ‘giallo’ della lettera scomparsa

Il ‘giallo’ della lettera scomparsa – quella con cui, come ha riportato Ancisi nella sua relazione,  il presidente del Consorzio Preda comunicava al sindaco, nell’ottobre 2007, la consuetudine di spostare costi da un anno all’altro – è all’origine di un intervento di Sergio Covato e Gianluca Palazzetti, consiglieri finiani del Pdl. “Si tratta davvero di un’incolpevole dimenticanza dell’apparato?”, si chiedono, facendo emergere un’ipotesi di complotto tutta interna al partito di maggioranza del centrosinistra. In pratica, una parte del Pd avrebbe voluto, a ridosso delle elezioni, danneggiare un’altra parte del partito (quella di Matteucci).

“Ma l’Amministrazione comunale ed il Consorzio per i servizi sociali non usano protocollare lettere e documenti di rilevanza amministrativa?
La vicenda del “buco” del Consorzio per i servizi sociali assume sempre di più i tratti di una faida ed un intrigo interno alla nomenKlatura del partito di potere che da decenni “occupa” il Comune di Ravenna.
Quando Ancisi afferma che “l’Amministrazione sapeva” noi lo invitiamo a fare un distinguo tra amministrazione politica pro-tempore (con soggetti collocati negli scranni politici dal partito democratico) e apparato del partito democratico inserito nei gangli dell’amministrazione tecnica che vive e vegeta nelle stanze del palazzo da molti decenni e che quindi ha visto il susseguirsi di molti Sindaci e amministrazioni monocolore.

Il grave episodio del ‘buco del consorzio’ è emblematico; infatti, quando vengono “smarrite” le lettere di Preda al sindaco, siamo davvero sicuri che si tratti di una dimenticanza incolpevole dell’apparato? E quell’apparato da chi era stato incaricato? Non e che per caso è l’apparato ad aver deciso di far scoppiare il caso consorzio a ridosso delle elezioni amministrative per meri scontri di potere interno allo stesso e per creare difficoltà o dare avvertimenti ad una parte di esso?
Tutta questa vicenda è poco trasparente e affonda le sue radici indietro nel tempo, in una logica di potere e di politica dove gli amministratori sono meri e grigi funzionari senza alcuna autonomia esterna ed indipendente dal partito.
Pertanto, quando il presidente della Camera Fini solleva il problema della legalità e della trasaparenza degli amministratori pubblici, lo fa consapevole del fatto che situazioni vergognose del genere ‘buco del Consorzio’  esistono a tutti i livelli, locali e nazionali”.