In mostra fino al 15 novembre alla galleria niArt

Un viaggio alla scoperta del mosaico ravennate. La niArt Gallery di via Anastagi 4a/6 ospita infatti fino al 15 novembre l’esposizione “Da Azzaroni ai Signorini”, realizzata attraverso l’immenso repertorio prodotto da quattro generazioni che hanno arricchito la storia artistica e culturale dell’intera città.

La gloriosa rinascita di Ravenna come capitale del mosaico viene ricostruita in un percorso fatto di documenti inediti, mosaici provenienti da collezioni private, cartoni ed opere dell’archivio Signorini, prodotte da Carlo Signorini, dal padre Renato, dal nonno Ulderico David e dal bisnonno Alessandro Azzaroni.

Una storia che ha inizio proprio da bisnonno Azzaroni, restauratore e disegnatore che entra a far parte del gruppo culturale guidato da Corrado Ricci e Luigi Rava. “Il gruppo – spiega Saturno Carnoli, autore insieme a Felice Nittolo del catalogo sulla mostra – guidato da una grande intuizione capì che gli strumenti da utilizzare per la salvaguardia dei monumenti e dell’arte erano gli stessi dei beni paesaggistici. E fu così che nel 1897 nacque a Ravenna la 1° Soprintendenza ai Beni monumentali”.

Da Alessandro Azzaroni l’attenzione si sposta poi su Ulderico David, grande fotografo della storia ravennate del primo novecento noto per i suoi suggestivi reportage di eventi pubblici e collettivi, documentati con passione spaziando dalle tragiche giornate della guerra mondiale al fervore patriottico del dopoguerra.

E ancora, Renato Signorini, direttore dell’Accademia del Mosaico per 40 anni, a cui è riconosciuto il merito di aver fondato il cosiddetto “metodo ravennate”, consistente nell’esecuzione diretta del mosaico su base provvisoria. direttore della Scuola del Mosaico.

Infine l’ultimo discendente Carlo Signorini, che svilupperà insieme al padre l’attività dello studio “Il Mosaico”, una vera e propria bottega rinascimentale attiva fino al 1995 e in cui numerosi artisti sperimenteranno la tecnica musiva: da Enrico Baj e Carlo Bertè, da Mimmo Paladino a Marcello Pirro, da Mario Schifano a Gino Severini. L’attività dello studio “Il mosaico”, in cui si sono formati almeno 50/60 giovani mosaicisti, rappresentò non solo un luogo di produzione ma anche un’importante centro di ricerca e sviluppo. La bottega proseguì idealmente l’attività di famiglia affiancando alla produzione moderna il settore del restauro e della produzione di copie dall’antico, costruite secondo i cartoni originali ripresi sulle impalcature dagli originali in punta di pennello, dal padre Renato al bisnonno Azzaroni.

La mostra è aperta dal martedì al sabato (dalle 10.30 alle 12.30), giovedì, venerdì e sabato (dalle 17.00 alle 19.00).