Il commento di Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna)
“I cittadini che in questi giorni ‘dei morti’ affollano il camposanto di Ravenna possono osservare, ancora una volta, sul lato sud che si affaccia sul canale Candiano, come lo stato disastroso in cui versa da oltre 30 anni il grande edificio monumentale sia tuttora irrisolto”, rileva in una nota il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi.
“Il mandato elettorale del sindaco Matteucci si avvia dunque alla conclusione mancando, tra i tanti, anche l’obiettivo, sempre dichiarato, di avviarne almeno il risanamento, se non il recupero e la sacrosanta valorizzazione.
Eppure, si tratta di un monumento cimiteriale tra i più pregevoli d’Italia, opera di grande valore storico e architettonico, che ospita, tra gli altri, i resti di una lunga schiera di ravennati famosi in tutti i campi della cultura, delle arti e delle scienze e nella storia del Risorgimento, comprendente 3.500 posti per 1.500 concessioni, in parte perpetue. Resta una ferita sanguinante della nostra città, uno spettacolo indecoroso. Più volte, ho raccontato la storia scandalosa delle mancanze e delle inadempienze di cui al riguardo si è resa gravemente colpevole l’amministrazione comunale di sinistra.
La sto combattendo dal 1985, alla vigilia di quando, nel 1986 e per molti anni, il Comune, per via delle vistose lesioni che si erano manifestate nelle strutture portanti, fu obbligato a chiudere l’edificio ad ogni accesso e ad ogni utilizzo. Da allora, i piani adottati finiti nel cestino non si contano. I più importanti furono quello del 1987, che prometteva la ristrutturazione del tetto, dell’alveare interno e dell’involucro esterno; quello del 1994, che avrebbe dovuto risanare l’intero complesso, previa costruzione di circa 2000 loculi utili a trasferire transitoriamente le salme ivi ospitate per consentire l’effettuazione dei lavori (i loculi furono fatti, ma messi sul mercato); il progetto preliminare del sindaco Mercatali, nel 2005, appena prima di finire il mandato, “per il recupero statico delle strutture, restauro degli apparati decorativi e dei paramenti murari e messa in sicurezza nel cimitero monumentale di Ravenna”.
Finché, nel 2008, Area Asset, la società del Comune che gestiva prima di Azimut i cimiteri, annunciò un piano di restauro, totalmente autofinanziabile, consistente nel trasferire dalle tombe abbandonate gli affittuari di cui non si fosse fatto vivo alcun erede, vendendo queste tombe a privati cittadini e chiamando a partecipare ai costi del restauro i titolari delle concessioni, pena lo “sfratto” dei resti dei loro morti: lo definii un piano assurdo, perché andava ad intaccare diritti inalienabili di proprietà o di concessione. Cestinato anche questo.
Si è mosso qualcosa in quest’ultimo anno? Il 13 novembre scorso, fu approvato, con una spesa di 111 mila euro il progetto esecutivo per l’installazione di un impianto utile all’allontanamento dei piccioni dai portici, gallerie e sottotetto: un intervento minimale, ma utile per fronteggiare una vera piaga igienica. Della sua realizzazione, non si è saputo niente. A fine luglio 2010, il Comune ha approvato un progetto esecutivo da 300 mila euro per il restauro delle volte a crociera e a botte che sorreggono il piano di calpestio del porticato principale, sul lato sud del cimitero monumentale: un intervento apprezzabile, anche per l’immagine, perché da lì passa tutto il pubblico in entrata dall’accesso principale sul fronte del Candiano per dirigersi nell’intero cimitero.
Sarà forse l’unico realizzato in tempo per il 150° anniversario dell’unità d’Italia, tuttavia insufficiente per onorare la memoria dei molti garibaldini che sepolti nel resto del cimitero monumentale, spietatamente dissestato e degradato. Uno dei primi impegni di Azimut è stato, invece, di elaborare una perizia sugli interventi di risanamento complessivo del complesso, intervento inserito nel piano triennale 2010-2012 degli investimenti per una spesa di 900 mila euro. Si vedrà che la spesa sarà molto superiore alla cifra ipotizzata. È anche noto che i vari piani d’investimento non assicurano alle opere che vi sono inserite il loro concreto finanziamento e realizzazione. Quanto meno, però, la perizia servirebbe ad avviare la redazione del progetto di recupero e a stimarne l’entità. Peccato che non la si conosca ancora.
Torna così al punto di partenza, come in uno sconclusionato giro dell’oca, il problema del restauro del monumento cimiteriale. Ogni illusione è vietata. È certo che la responsabilità dello stato sempre più comatoso e impresentabile del cimitero monumentale risiede nell’incuria colpevole delle amministrazioni di sinistra che da 41 anni governano dispoticamente il Comune di Ravenna senza aver mai provveduto ai dovuti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e senza aver dato seguito alcuno ai numerosi piani di restauro confezionati”.