Primo appuntamento domani, 5 novembre

Il neonato Coordinamento dei lavoratori precari della Flc Cgil di Ravenna annuncia una serie di iniziative in collaborazione con Rete degli Studenti e varie associazioni.

Come ricorda il sindacato, domani pomeriggio (venerdì 5 novembre) alle 16 ci sarà una prima “lezione pubblica”, in piazza del Popolo a Ravenna, che verterà su quattro temi. Uno studente delle scuole superiori ravennate affronterà l’argomento “Riforme scolastiche e ruolo dello studente nella scuola”. Lo sviluppo dei temi “Decrescita di un Paese”, “La tirannide: storia e trasformazione di un concetto politico” e “Il potere dei media” sarà invece affidato a tre insegnanti precari.
 

Le iniziative proseguiranno in piazza del Popolo, dalle 16 alle 18, sabato 6 novembre con “Cantone animato”, letture a tema su scuola, ricerca e università. Per venerdì 12 novembre è invece in programma, sempre in piazza del Popolo, un’assemblea pubblica cittadina.
Il ciclo di iniziative si concluderà mercoledì 17 novembre con una manifestazione cittadina, in concomitanza con la giornata internazionale dello studente.
 

“Stiamo lavorando per contrastare la scellerata politica di questo Governo in materia di istruzione proponendo la nostra idea di scuola e cogliendo tutte le occasioni per informare i lavoratori e i cittadini – esordisce Edmondo Febbrari, coordinatore dei precari Flc -. Tutti devono sapere quello che sta accadendo nelle scuole e nelle università pubbliche statali. L’istruzione è un bene di tutti i cittadini ed è presupposto e fondamento della democrazia. Per questo motivo gridiamo il nostro no alle leggi “bavaglio” (Dlgs 150/2009), dalla dubbia legittimità costituzionale, che introducono sanzioni disciplinari per quei dirigenti scolastici e quegli insegnanti che esprimono una propria libera opinione e si rifiutano di essere testimoni passivi dello sfascio della scuola pubblica statale.

Denunciamo, inoltre, gli incombenti pericoli in materia di reclutamento del personale scolastico, quali l’abolizione delle graduatorie in favore degli albi regionali, che preludono alla chiamata diretta dei presidi. Abbiamo infatti motivo di credere che questo possa significare la morte della trasparenza e l’ingresso della corruzione e del clientelismo anche nella scuola pubblica statale. Questo per noi è inaccettabile”.
 

Febbrari sottolinea poi che non si può tollerare che nella scuola pubblica statale scompaiano discipline e sperimentazioni, che si taglino ore di lezione e posti di lavoro (ben 142.000 in tre anni), che si blocchi il contratto nazionale, e che la crescente precarizzazione del lavoro porti ad una dequalificazione dell’offerta formativa impedendo la continuità didattica nei confronti degli studenti che, di anno in anno, vedono cambiare le loro figure di riferimento.
 

“L’istruzione, per questo Governo, è solo una voce della spesa pubblica sulla quale tagliare; ormai è chiaro a tutti. La nostra idea di scuola invece – continua Febbrari – è ben diversa e si rispecchia nella parole pronunciate dal Presidente Giorgio Napolitano alla cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico: ‘investire nella scuola è una priorità per un Paese democratico e moderno, è l’Europa che ce lo chiede, al fine di ridurre le diseguaglianze e elevare la competitività della nostra economia’. Per noi l’istruzione deve rimanere un’opportunità, sia per i cittadini sia per il Paese. Queste sono le nostre priorità e riteniamo debbano diventarlo per tutti i cittadini: dagli studenti ai lavoratori, dai genitori ai nonni. Siamo tutti coinvolti. Invitiamo tutti i lavoratori della conoscenza e i cittadini a sostenere le nostre iniziative. Rialziamo la testa e cambiamo questo Paese. Uniti possiamo farcela”.