
Botta e risposta tra Ancisi (LpRa) e l’assessore Stamboulis
Botta e risposta tra il capogruppo di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, e l’assessore all’Infanzia Elettra Stamboulis.
Al centro del contendere ci sono i conti dell’Istituzione istruzione e infanzia, presieduta da Stamboulis. Secondo Ancisi, l’Istituzione presenta ‘sintomi’ di una malattia simile a quella del disciolto Consorzio per i servizi sociali: costi che lievitano e trasferimenti di risorse insufficienti.
“A mezzanotte di una recente seduta del consiglio comunale, quando i consiglieri se ne stavano andando – afferma Ancisi in una nota -, l’assessore Stamboulis insistette perché si approvasse alla svelta la seconda variazione di bilancio per il 2010 dell’Istituzione, che amministra tutti i servizi educativi del Comune, soprattutto asili nido e scuole materne. Dalla sua veloce presentazione, l’interesse politico del consiglio appariva limitato all’urgenza di pagare, con una spesa di 90mila euro, gli stipendi degli educatori assunti dal Comune per fronteggiare la carenza di personale delle scuole materne statali. Fosse stato solo questo, Lista per Ravenna avrebbe votato a favore. Poche mie domande e relative risposte bastarono, però, a farmi capire che si trattava di una manovra molto più complessa e oscura. Di qui il voto contrario, che un piccolo approfondimento ha rivelato essere stato sacrosanto, facendomi quasi assistere allo stesso film noir del Consorzio per i servizi sociali”.
Una prima variazione al bilancio dell’Istituzione era stata approvata nel luglio scorso. “Un maggior esborso del contributo comunale pari a 400mila euro, nonché il prelievo di 238 mila dall’avanzo di amministrazione. Ad anno avanzato – prosegue Ancisi -, ci si sarebbe aspettato che lo ‘sbaglio’ della previsione fosse finito lì. Invece, passati appena tre mesi, è venuto fuori un nuovo buco, per tappare il quale è stato necessario attingere denaro soprattutto da queste fonti: 30 mila euro in più dalle rette di frequenza degli asili nido; altri 400 mila euro dal bilancio del Comune.
Dunque, il buco del 2010, rispetto alla previsione iniziale, è stato fino ad oggi superiore ad 1 milione di euro, circa il 7,5%”.
A far lievitare le spese ha inciso, secondo, Ancisi l’esternalizzazione, con un appalto di 5 anni, della “gestione di 5 dei 15 asili nido di proprietà del Comune (Darsena, Marina di Ravenna, Orsa Minore, Sant’Antonio e Sira), oltre ad uno spazio bimbi e ai centri ricreativi estivi. Lista per Ravenna, votando contro, ammonì che questo avrebbe favorito l’instaurarsi di una situazione di monopolio, prevedibilmente cooperativo, e la fuga di ogni concorrenza, con maggiori costi per il Comune. La gara europea (che avrebbe dato pari risultato anche se interplanetaria) ha visto così concorrere un solo soggetto cooperativo, stavolta tutto a sinistra, che, su una base d’asta di 13 milioni e 412mila euro, ha avuto il pudore di offrire un ribasso dello 0,0001%, cioè 132 euro. Non si parli di convenienza. Ogni bimbo che frequenta un nido ‘cooperativo’ costa al Comune 825 euro al mese”.
La replica
“Secondo il consigliere Ancisi – ha dichiarato Elettra Stamboulis, assessore all’Infanzia – investire nei nidi e nelle materne è uno spreco di risorse. Questo si evince dalla sua lettera. È vero: noi abbiamo aumentato gli impegni di spesa nel settore dei nidi in modo significativo. Lo abbiamo fatto perché crediamo fortemente nel diritto di tutti i bimbi ad avere un posto nido e la medesima qualità di servizio. Non a caso solo negli ultimi due anni abbiamo ridotto di più di 100 unità la lista d’attesa dei nidi e aumentato la risposta.
Non si capisce come se un posto nido al Comune costa 900 euro al mese, la spese prevista per la base d’asta a parità di qualità per i servizi esternalizzati debba costare “sensibilmente meno”. La nostra base d’asta è stata costruita tenendo conto dei parametri contrattuali in essere e delle richieste organizzative previste dal nostro progetto pedagogico. Se poi ci fosse stato un soggetto interessato capace per qualche ragione di offrire un ribasso più importante mantenendo questi standard sicuramente avrebbe vinto…
Lo spauracchio dei buchi nasconde la vera idea del consigliere: sull’infanzia bisogna risparmiare, un’idea non nuova e comune anche al Governo Berlusconi, che non a caso non ha risposto alle richieste delle famiglie nelle materne statali, lasciando ben 250 bambini senza tempo pieno.
Per quanto concerne invece le osservazioni rispetto alla tempistica della discussione in Consiglio, faccio presente che la delibera era stata analizzata punto per punto nella commissione consigliare dove era presente il Consigliere Fronzoni, che aveva peraltro fatto giustamente numerose richieste di chiarimento a cui si era data risposta. Mi chiedo quale utilità abbiano le commissioni se poi nei singoli gruppi i consiglieri tra loro non si confrontano. Peraltro, fatta eccezione per il consigliere Ancisi, da nessun altro consigliere di nessun gruppo né di maggioranza né dell’opposizione ci sono state opposizioni sulla richiesta di procedere. La mia richiesta era legata all’urgenza di velocizzare il trasferimento dei fondi alle scuole materne statali per permettere il pagamento degli educatori che garantiscono il completamento orario nelle sezioni part-time. Ma si vede che per il consigliere Ancisi il fatto che i lavoratori nel settore dell’Istruzione siano pagati è un dettaglio senza importanza”.