Ancisi (LperRa) interviene ancora sul bilancio

Alvaro Ancisi replica all’assessore Stamboulis sul bilancio dell’Istituzione istruzione, giudicando “inqualificabile” la sua risposta alle motivazioni “sul voto contrario di Lista per Ravenna, nel consiglio comunale del 25 ottobre scorso”.

 

“L’aver ridotto - commenta Ancisi – “negli ultimi due anni” le liste di attesa nei nidi non c’entra niente con l’oltre un milione di euro in più di spesa affiorata con le due variazioni di luglio e ottobre al bilancio 2010, dato che i relativi costi erano ben conosciuti quando il bilancio fu fatto e portato dalla Stamboulis in consiglio comunale. Se il Comune non avesse tappato a razzo questo buco con 800 mila euro delle sue casse e se non si fosse attinto all’avanzo di amministrazione per 238 mila euro prosciugandone i due terzi, sarebbe successo come col Consorzio per i servizi sociali. Forse la lezione è servita, non che il presidente Preda si esprimesse davanti al sindaco con minor grazia della Stamboulis.

 

“Il nuovo sistema tariffario degli asili nido c’entra ancora meno, perché, dato e non concesso che ci sia stata un’equa ripartizione a vantaggio dei ‘poveri’ e a carico dei ‘ricchi’, l’introito totale è stato superiore. Che poi aver votato contro uno sforamento di bilancio di questa entità significhi non volere pagare gli educatori assunti dal Comune per le scuole materne statali, in totale 90 mila euro, la Stamboulis lo vada a raccontare nelle assemblee del suo partito comunista, dove credono ancora che i preti (non che io lo sia) mangiano i bambini. Non faccio parte della commissione che ha discusso preliminarmente la manovra in questione, ma questo non ha ridotto il mio diritto-dovere di contestarla in consiglio, portando tutta l’opposizione a votare contro.

 

Che la base d’asta della gara ‘europea’ da 35 milioni e mezzo di euro, ribassata di 132 euro (-0,0001%!) dall’unica cooperativa di sinistra che il sistema locale ha messo in campo e che ha corso da sola, come Lista per Ravenna aveva previsto data la scelta politica compiuta sull’appalto, dovesse essere sensibilmente inferiore lo dice il fatto che essa riconosce alla cooperativa appaltatrice, senza alcun onere per l’affitto e la manutenzione dei locali, 900 euro al mese per posto bimbo, di cui ogni famiglia che campi del suo lavoro capisce l’enormità, spiegandosi anche il caro-tariffa a suo carico; ma è stata la commissione di gara, obbligata dalla legge a valutare la congruità dell’offerta, ad aver valutato e scritto a verbale come ‘i costi che effettivamente (la cooperativa) dovrà sostenere per la gestione dell’appalto si rivelino inferiori a quelli ipotizzati e previsti nella relazione di giustificazione’: ciò sia per i costi del personale, sia per quelli (pochi) del materiale vario e delle utenze. La commissione ha ritenuto e scritto, perciò, che ‘il margine di utile indicato dall’offerente sia assolutamente attendibile e che verosimilmente possa anche risultare sensibilmente maggiore’. La Stamboulis non crede alla commissione, presieduta dalla direttrice dell’Istituzione Istruzione che ha indetto la gara? Lo andrà a raccontare non più solo ai giornali, ma alla Procura della Corte dei Conti, a cui, vista la risposta, troverò il tempo di fare una denuncia documentata”.