Il Comune aderisce alla giornata di mobilitazione

Emergenza cultura. Il Comune di Ravenna aderisce alla giornata di mobilitazione nazionale sulla manovra finanziaria indetta da Anci, Federculture e Cidac per sensibilizzare l’opinione pubblica in merito alle ricadute di questa sull’offerta culturale per i cittadini.
Ravenna ha scelto, come forma di adesione alla protesta, di indire una conferenza stampa questa mattina con i rappresentanti delle principali realtà culturali cittadine per informare i cittadini sulla situazione.

“Se si arriva ad una giornata di protesta è evidente che siamo in un momento di particolare gravità – ha spiegato l’assessore alla Cultura Alberto Cassani. Da molto tempo le associazioni che si occupano di cultura denunciano questa situazione difficile. Le disposizioni contenute nel decreto 78/10, convertito con legge 122/10 stabiliscono infatti una serie di drastici al settore. Tra questi è prevista persino una riduzione dell’80% della spesa dei Comuni rivolta all’organizzazione di mostre ed eventi espositivi, con il rischio di ripercussioni gravissime sulle spese dei Comuni. Il problema di fondo però precede queste norme, perché a questi vincoli finanziari della finanziaria 2010/2012 si andranno ad intrecciare quelli della manovra triennale 2009/2011, che renderà la situazione ancor più drammatica.

In tre anni la spesa per il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali si è ridotta del 15%, passando dai 2 miliardi e 37 milioni del 2008 a 1 miliardo e 710 nel 2010. La spesa per il Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo) è passata da i 500 milioni del 2004 ai circa 260/300 previsti per il 2011, con una diminuzione pari al 45%. In Italia la spesa della cultura è sentita come una spesa di cui si può fare a meno. Il miliardo e 710 milioni di quest’anno rappresenta lo 0,2 per cento del bilancio dello Stato, quando a Ravenna l’8 per cento del bilancio viene destinato alla spesa corrente per la cultura, e corrisponde a un quinto della spesa francese e a un settimo di quella tedesca.

I Comuni italiani subiranno un nel 2011 un taglio di miliardo e mezzo a cui si aggiungerà un altro miliardo nel 2012, quando sono da sempre i principali sovventori della cultura – chiarisce Cassani. Nel 2008 hanno messo a disposizione dell’offerta culturale 2,4 miliardi, contro i 2 dello Stato, scesi a 1,7 nel 2009. A Ravenna la cifra stimata è di 4 milioni e mezzo in meno nel 2011 e di 3 milioni in meno nel 2012. Cercheremo di fare il possibile ma è evidente che ci saranno delle riduzioni” – conclude Cassani.

Più drastica la forma di protesta adottata dal museo d’arte Mar, che chiuderà i battenti per tutta la giornata di oggi. “La nostra di oggi è stata una scelta obbligata – ha chiarito il presidente Uber Dondini. Siamo stati tra i soggetti più penalizzati anche perché da sempre abbiamo accantonato risorse per gli anni successivi. La logica è che chi si comporta in maniera responsabile è quello che ci rimette di più. Tra l’altro per il 2011 avevamo progettato una mostra innovativa unica nel suo genere dedicata ad un decennio culturale mai toccato prima. Abbiamo organizzato la mostra ed ora non avremo le risorse adeguate per renderla visibile al maggior numero di persone possibili. Stiamo buttando in mare il nostro petrolio”.

Presente alla conferenza stampa anche la presidente della fondazione RavennAntica Elsa Signorino che ha parlato di “cifre che prefigurano un bollettino di guerra ed un’autentica strage di talenti giovanili. Abbiamo aderito alla protesta con determinazione – ha commentato la Signorino. Chiunque visiterà la Domus dei Tappeti di Pietra oggi troverà tutto il materiale informativo. Il problema ora è quello di sollevarsi da questa situazione miserevole sia sul fronte delle risorse che delle forze culturali, che devono scendere in campo insieme”.
(v.v.)