
Venerdì 11 febbraio ospite Fabio Fabbri
“Le origini della guerra civile. L’Italia dalla grande guerra al fascismo” è il titolo dell’opera di Fabio Fabbri che sarà presentata venerdì 11 febbraio alla sala d’Attorre di Casa Melandri. L’iniziativa, prevista alle 18, vedrà la partecipazione, oltre all’autore, di Andrea Baravelli (Università di Padova) e Luciano Casali (Università di Bologna).
IL LIBRO E L’AUTORE
L’avvento del fascismo italiano in una lettura rinnovata e che squaderna la netta ripartizione, finora proposta dalla storiografia, tra un primo “biennio rosso” – tutto segnato dalla violenza socialista e culminato nell’occupazione delle fabbriche del settembre 1920 – e un “biennio nero” di santa reazione, di controrivoluzione preventiva al dilagare del socialismo, viene riletta sotto una diversa ottica. È questo l’obiettivo di “Le origini della guerra civile. L’Italia dalla Grande Guerra al fascismo (1918/1921)”.
Secondo l’autore, l’espressione “biennio rosso”, con cui si definiscono gli anni 1919-1920 in Europa, non appare appropriata per l’Italia, né rende conto della complessità delle forze in campo. Essa è (e fu, a suo tempo) funzionale solo a giustificare la reazione fascista, che in realtà si sviluppò quando il timore di un pericolo rivoluzionario era ormai finito. Fabio Fabbri, ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Roma Tre, ricostruisce minuziosamente gli anni successivi all’armistizio fino alle elezioni del maggio 1921, mettendo a nudo le radici della repressione, prima ancora che si scatenasse la violenza squadrista.
La sanguinosa campagna elettorale per le elezioni del 15 maggio 1921, contrassegnata da circa 170 morti e decine di feriti, si concluse con l’ingresso alla Camera di 35 fascisti, organizzatori e responsabili degli eccidi e delle rappresaglie squadriste. Fu, secondo Fabbri, «una svolta politica e di civiltà senza più ritorno»; fu un evento determinante nell’avvento del fascismo al potere; una data storicamente rilevante, prima ancora della fatidica “marcia” su Roma dell’ ottobre 1922.
Ingresso libero