Le proposte di Sarah Ricci (Sel)

 




Liberarsi dal “chiacchiericcio polemico”. Secondo Sarah Ricci, consigliera Sel, deve essere questo il primo passo da compiere per affrontare seriamente la ‘questione’ Marina di Ravenna.

“Non stiamo parlando infatti di una questione irrilevante per la nostra economia turistica, nè per il diritto di tutte le cittadine e cittadini ravennati di godere appieno di un bene comune quale è la nostra spiaggia.

Per questo riteniamo che vada finalmente affrontato con serietà nei tempi opportuni, che non sono certo quelli di una stagione in pieno svolgimento.

Allo stesso tempo siamo convinti che non possano essere le ordinanze, ovvero uno strumento nato per affrontare emergenze eccezionali, a farsi carico di un tema complesso per numero di attori e interessi in campo. Tantomeno ci convincono annunci di ordinanze pensate con 12 mesi di anticipo.

Non abbiamo alcuna difficoltà a dire che sia sbagliato e davvero poco lungimirante prendere decisioni che incidono sulla vita della città e dei cittadini sulla base delle sensazioni di una o poche persone.
Le ordinanze non si nutrono infatti di politica, che è dialogo, confronto, assunzione di decisioni condivise e che per questo porta a risultati non effimeri.

Proponiamo quindi che sia il consiglio comunale, anche attraverso lo strumento delle proprie commissioni, a farsi carico a partire da settembre di un percorso di partecipazione, che possa mettere a confronto bisogni e aspettative delle cittadine e cittadini più o meno giovani, degli operatori economici e della pubblica sicurezza, con la partecipazione di esperti nei campi della mobilità, della sostenibilità ambientale, della promozione turistica.

Proponiamo che al termine di questo percorso si assuma un accordo di sistema capace di dare certezze a chi voglia investire sui nostri lidi e soprattutto a chi desideri godere di una risorsa che appartiene a tutti i ravennati, uscendo da una logica che oscilla continuamente fra improvvisazione e emergenza.
Per partire col piede giusto, sarebbe sufficiente riconoscere che Marina di Ravenna non è l’ultimo girone dell’inferno, ma una località apprezzata e vissuta da tanti giovani e famiglie, che i giovani non sono sprovveduti in balia di spacciatori di bevande alcoliche, che non è possibile tollerare un minuto di più che i nostri lidi possano essere luoghi ad alta intensità di evasione fiscale e lavoro nero.

Ciò detto, se la politica vuole assolvere i suoi doveri ne riparleremo a settembre. Se vuole ridursi a chiacchiera e propaganda, possiamo parlare di Marina tutta l’estate. Ma non faremo il nostro dovere.
Tutto ciò premesso incombe la direttiva Bolkenstein, e forse faremmo bene a dedicarle almeno un po’ di attenzione”.