
L’intervento di Spadoni (Udc)
Il consigliere provinciale Udc Gianfranco Spadoni commenta la proposta, avanzata da Confcommercio di Ravenna e Cervia, di utilizzare l’aeroporto militare di Pisignano anche per voli civili.
“I massimi dirigenti della Confcommercio propongono di fare un tavolo di lavoro per analizzare la possibilità di individuare nell’aeroporto militare di Pisignano uno scalo di riferimento per la Romagna per i voli civili. E’ vero la sua posizione geografica potrebbe essere funzionale e strategica per la nostra economia e tutti noi saremmo ben lieti di potere fruire di uno scalo sotto casa, ma, senza volere fare la Cassandra, temo si tratti di un progetto tardivo e allo stesso tempo utopico per molti aspetti.
Tardivo perché la Regione, come noto, da pochi mesi ha costituito la nuova società aeroporti Romagna – S.a.r. – di cui fa parte l’ente regionale di Bologna e le città di Rimini e di Forlì, con la scopo di razionalizzare e fare economia di scala, evitare sovrapposizioni e nocive competizioni nell’offerta rivolta ai passeggeri e, non per ultimo, quello di rilanciare il sistema attraverso un unico soggetto, più solido ed efficiente. Atti in buona parte deliberati dai consigli comunali e dai quali difficilmente si possono recedere, anche se la costituita holding consente ai due scali di continuare ad avere attività e bilanci distinti e, inoltre, non è stato ancora reso noto il Piano industriale, atto assolutamente fondamentale per la razionalizzazione e il rilancio del nuovo sistema aeroportuale. In pratica, quindi, i due scali restano dove sono perché, alla luce dei fatti, difficilmente si possono smantellare o, addirittura, crearne un terzo a disposizione della Romagna”.
“Per questo – prosegue Spadoni – credo sia utopico pensare alla loro dismissione o, addirittura, a un altro scalo la cui pertinenza appartiene all’Aeronautica militare italiana, e in secondo luogo, non meno importante del primo, un ipotetico nuovo aeroporto allestito per voli civili presume la disponibilità di risorse economiche inimmaginabili. In un momento, peraltro, in cui gli enti locali, ma anche una larga parte di privati, possono far fronte solo alla gestione quotidiana, non disponendo più di risorse in abbondanza come avveniva in precedenza”.
“Personalmente ritengo che lo sforzo maggiore doveva essere quello di investire negli anni in infrastrutture stradali e ferroviarie di collegamento stabili e veloci con gli scali esistenti. Basti pensare all’aeroporto Marconi di Bologna. Perché non abbiamo mai pensato, ad esempio, a un collegamento veloce con la città e i suoi lidi? Questo è paradossale: in molti casi servono sessanta minuti di volo e almeno un’ora e 15-20 minuti di treno con le sue rigorose fermate in tutte le piccole realtà. Purtroppo oggi i cittadini pagano i ritardi e la mancanza di lungimiranza degli amministratori pubblici locali”.