L’intervento del Movimento 5 Stelle

“Leggere il direttore Atm Renzo Brunetti che dispensa paternali ai ragazzi che spendono troppo in sms e che, quindi, non hanno diritto a lamentarsi degli aumenti dei biglietti dell’autobus, rasenta il paradosso!”. Il Movimento 5 Stelle interviene in relazione alle polemiche sull’aumento dei prezzi di biglietti e abbonamenti effettuati da Atm Ravenna.
  

“Il direttore, un pensionato che guadagna 104.141,64 euro all’anno (come risulta dal Cud 2011 rilasciato da AtmSpa, alla faccia del ricambio generazionale!), dovrebbe rendersi conto che non tutte le famiglie hanno i suoi introiti economici e che quindi, ogni aumento tariffario potrebbe rappresentare per queste uno scoglio insormontabile – spiegano i grillini. Come per le mense, anche per le tariffe degli abbonamenti autobus si è scelto di “obbligare” i cittadini ad acquistare “pacchetti preconfezionati”, in barba alle reali esigenze. Ricordiamo che molti utenti del trasporto pubblico sono studenti, i quali usufruiscono del servizio prevalentemente nei nove mesi scolastici. Perché allora non lasciare un abbonamento “studenti”, della durata di nove mesi, invece di obbligare studenti e famiglie a spendere di più per un abbonamento di dodici?
Avremmo potuto ascoltare tutte le qualsivoglia giustificazioni del direttore, sebbene queste poi sarebbero comunque passate sotto la nostra lente d’ingrandimento, ma sentirgli rispondere in quel modo, proprio no, non lo accettiamo!
 

Se poi andiamo ad osservare alcune scelte gestionali del direttore, beh, a quel punto le domande da porgli aumentano a dismisura: ci piacerebbe sapere ad esempio per quale motivo fu scelto in maniera così sagace di acquistare autobus con le pedane per disabili ad azionamento manuale, pur sapendo che nelle mansioni degli autisti non è prevista quel tipo di operazione. In base all’accordo nazionale del 27 novembre 2000 ed in particolare della “declaratoria dell’operatore di esercizio”, gli autisti non possono abbandonare il posto di guida senza che il mezzo sia in sicurezza, e un autobus pieno di gente e privo di autista al posto di guida di certo non lo è. Parrebbe che gli autisti stessi subiscano pressioni particolari dal Direttore, il quale li “invita” gentilmente a munirsi delle apposite chiavi per sbloccare le pedane ed eseguire quello che non dovrebbero eseguire, il tutto sotto la loro unica responsabilità. A proposito del blocco delle pedane: sempre nell’ambito delle scelte a favore del risparmio, pare sia stato tolto anche il dispositivo di sicurezza che segnala all’autista, attraverso l’accensione di una spia sul cruscotto, quando la pedana per i disabili è abbassata, in modo da evitare possibili situazioni di pericolo. Evidentemente, un’altra spesa superflua da tagliare a cuor leggero.

 

Ricordiamo che, ormai da anni, tutti gli autobus in uso presso grandi città europee, come Londra o Parigi, non presentano le difficoltà di accesso per i disabili appena ricordate. Per quanto tempo ancora, ci chiediamo, grazie a queste scelte, le città italiane come la nostra dovranno avere in dotazione autobus appena usciti dalle fabbriche ma di concezione così obsoleta e con gradini così alti e scomodi? Si parla sempre, com’è giusto, di risparmio e di tagli alle spese superflue, tuttavia non riteniamo che questo debba inficiare la qualità del servizio offerto anche alle persone più svantaggiate. Così come ci chiediamo, anche in previsione dell’accorpamento di Atm Ravenna con Start Romagna, se per caso questo non significherà tagli di posti di lavoro, disservizi, turni di lavoro incongrui.
 

Infine, il direttore Brunetti potrebbe toglierci anche un’altra curiosità. Potrebbe spiegarci per quale motivo abbia scelto di noleggiare una Mini come auto aziendale, quando invece è stato segnalato che un’altra vettura, anche se non “chic” come quella appena citata, era già a disposizione dell’azienda? Un’azienda di trasporti pubblici che stipula un contratto di locazione senza conducente per un’auto aziendale è sicuramente un particolare curioso.

 

Rimaniamo fiduciosi in attesa di risposte, o volendo, anche di un sms”.