La protesta di Nicola Grandi (LpRa)

“Oggi nella scuola elementare Randi, per la terza volta (almeno) in questo anno scolastico, a pranzo verrà proposto ai bimbi il ‘menu etnico’: un piatto unico di riso, carne e verdure, dal sapore certamente particolare ed evidentemente non gradito a tutti, un fatto che si sarà verificato certamente anche in altre scuole, magari meno sollecite nella protesta e nella segnalazione”. A parlare è il consigliere di Lista per Ravenna Nicola Grandi.

“La questione posta dai genitori  chiarisce Grandi – non è la scelta del menu, ma la mancanza di una alternativa, nella classe 4°A in particolare oltre un terzo dei bambini verranno portati a casa dai genitori per il pranzo, per dare un messaggio di protesta ma anche perché una banana (il solo alimento ‘non etnico’ previsto dal menù di oggi) non può certo intendersi come una alimentazione completa per un bimbo delle elementari.

Senza contestare la scelta di proporre menù etnici, già oggetto di discussioni in altri contesti, non si può non prendere atto dell’ennesimo atto di forza all’interno di un sistema, quello dei pasti delle mense scolastiche già sotto accusa per le precedenti scelte sul ripasso e sulla tariffazione (oggetto di una nuova petizione partita con grande successo proprio in questi giorni).

Lista per Ravenna ha più volte dimostrato e pubblicato, senza essere smentita, come il prezzo pagato dal Comune alla Camst per ogni pasto sia più alto rispetto a quello di tutti i Comuni dei comprensori confinanti con Ravenna, anche delle province di Forlì-Cesena e Ferrara, per via di gare d’appalto che escludono, di fatto, la concorrenza, questo dovrebbe consentire da sé una maggiore attenzione verso gli utenti finali (in questo caso i bambini)”.

Per questi motivi abbiamo proposto un interrogazione al sindaco, nella speranza che l’amministrazione intervenga facendo sì che ai bambini che non gradiscono particolari menù sia sempre garantita la possibilità di scegliere una alternativa e di potere alimentarsi in maniera corretta ed equilibrata”.

 

(in allegato il testo dell’interrogazione)