
La nota di Grandi (LpRa)
“L’emergenza neve ha portato con sé una lunga serie di disagi, non sempre di carattere “organizzativo” o di mobilità, che hanno evidentemente interessato tutte le categorie di cittadini. Per i genitori dei bimbi che frequentano le scuole elementari e dell’infanzia si è aggiunto in molti casi, oltre al problema logistico di dove collocare i figli nei giorni in cui l’ordinanza del sindaco ha stabilito la chiusura delle scuole, un danno economico, obbligando gli stessi a sostenere spese per baby sitter o altre soluzioni alternative”.
“A questo, per i soli genitori dei bimbi delle scuole d’infanzia, rischia però di aggiungersi una ulteriore beffa, ovvero il pagamento dei pasti NON consumati dai propri figli a causa della chiusura obbligatoria degli edifici scolastici. Come è noto, infatti, mentre nelle scuole elementari il pagamento delle mense avviene con una tariffa calcolata su ogni singolo pasto consumato, nelle scuole materne è previsto invece un (criticatissimo e a nostro parere iniquo) pagamento forfetario mensile, che prevede riduzioni solo in particolarissime condizioni (si ottiene una riduzione del 20% – ma solo richiedendolo – a fronte di un’assenza di almeno 15 giorni nell’arco del mese). Nel mese di febbraio l’ordinanza ha già previsto la chiusura delle scuole per ben 4 giorni sui 21 complessivi ed il nuovo peggioramento delle condizioni climatiche fa presumere che i giorni possano diventare anche di più. Occorre ricordare peraltro, in premessa, che il contratto del servizio di ristorazione scolastica prevede che il Comune paghi al fornitore SOLO i pasti effettivamente consumati dai bambini”.
“Considerato quanto sopra si chiede al sindaco: se non si ritenga opportuno ridurre eccezionalmente la retta forfetaria mensile prevista per febbraio 2012 a tutti i genitori che hanno figli alle scuole materne, deducendo dalla stessa, in maniera proporzionale ed automatica, i giorni nei quali le scuole sono rimaste chiuse a causa delle ordinanze, generando un piccolo ma significativo risparmio economico per le famiglie stesse; se non si ritenga altresì opportuno, in aggiunta a quanto sopra ed al fine del calcolo della riduzione prevista da regolamento, considerare i 4 (o più giorni) di chiusura obbligatoria delle scuole al fine del raggiungimento dei 15 giorni di assenza che danno diritto alla riduzione tariffaria (se un bimbo rimane assente per malattia per 11 giorni e i 4 di chiusura andranno aggiunti per ottenere il diritto alla riduzione del 20%). Anche se i provvedimenti potrebbero benissimo essere messi in atto successivamente con effetto retroattivo, stante la contingenza dei fatti e l’eccezionalità degli eventi, l’interrogazione assume evidentemente le caratteristiche di urgenza assoluta”.