LpRa adombra l’ipotesi di abuso edilizio e il M5S chiede al ministro l’autorizzazione a divulgare gli atti

 

Prosegue la polemica legata alle case del ministro Idem a Santerno. Qualche giorno fa erano infatti stati sollevati dubbi sulla regolarità dei pagamenti dell’Imu, mentre nelle ultime ore il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi ha adombrato anche l’ipotesi di abuso edilizio. Ad avere dato adito a questo sospetto sarebbero state proprio le spiegazioni fornite dal marito della pluricampionessa, Guglielmo Guerrini. “Il coniuge della Idem – ricorda Ancisi – ha dichiarato che l’intera famiglia è risieduta nell’immobile di via Carraie Bezzi 14 a Santerno, ‘per qualche tempo’ prima del 2008, esattamente ‘nell’appartamento sopra la palestra’. ‘Quando ci siamo trasferiti – ha aggiunto – non abbiamo subito modificato la residenza di mia moglie’, fermo restando che da quella data, come ha scritto un giornale, ‘la casa coniugale della famiglia Idem-Guerrini è invece in via Argine destro Lamone’. Non è stato detto, né io posso rivelarlo, se e quando l’errore, così pubblicamente dichiarato, sia stato corretto e quali conseguenze abbia avuto ai fini della correttezza del pagamento dell’Ici (fino al 2011) e dell’Imu (dal 2012), dato che il trattamento fiscale sulle abitazioni è stato ed è ben differenziato, a favore dell’abitazione principale”. Su questo fronte, il commercialista di famiglia ha dichiarato che la situazione è stata sanata.

Dalle parole di Guerrini, però, Ancisi evince che “c’è dell’altro, forse più dirompente, che riguarda la dichiarazione secondo cui ‘l’edificio è interamente accatastato come abitazione’, essendo almeno il piano terra adibito a palestra. Potrebbe trattarsi di abuso edilizio, che sarebbe toccato o toccherebbe al Comune accertare e sanzionare.  Siccome, però, per Ravenna Entrate fanno fede gli accatastamenti degli immobili, la regolarità del pagamento dell’Ici e dell’Imu sull’edificio di via Carraia Bezzi 104 travalica la semplice distinzione tra abitazione principale o secondaria, estendendosi alla distinzione tra abitazione o palestra, e non limitandosi dunque al solo 2012”.

Mentre Ancisi promette ulteriori approfondimenti, il portavoce in consiglio comunale del Movimento 5 Stelle, Pietro Vandini, chiede al ministro Sefi Idem l’autorizzazione a divulgare gli atti ricevuti, ma coperti dal segreto d’ufficio, e le pone alcune questioni. “Visto l’importante ruolo che ricopre, non ritiene necessario fare luce circa le notizie emerse relative alla sua precedente residenza? Se dovessero risultare irregolarità dal punto di vista tributario, riterrebbe opportuno dare le dimissioni? Se dovessero emergere irregolarità dal punto di vista urbanistico/edilizio, riterrebbe opportuno dare le dimissioni?”.