Berlusconi e Gardini a Ravenna

 

Non potevano essere più diversi, così come non lo potevano essere le loro storie, che pure si intrecciarono per un brevissimo periodo. Entrambi furono definiti dalla rivista Time, negli anni Ottanta, i nuovi condottieri dell’Italia; entrambi avevano sogni ambiziosi, utopistici per qualcuno: uno voleva trasformare la soia in etanolo per sostituire la benzina, l’altro voleva fare concorrenza alla Rai con le sue tv commerciali.

Il primo era Raul Gardini, la cui storia si concluse tragicamente il 23 luglio 1993, con un colpo di pistola alla tempia. Il secondo era Silvio Berlusconi, che ha segnato, non solo economicamente ma anche politicamente, l’ultimo ventennio della storia italiana.

Il Cavaliere e il Contadino – così era soprannominato, con spregio e un pizzico di invidia per le sue capacità, Gardini dall’aristrocrazia della finanza italiana – si incontrarono a Ravenna, alla fine degli anni Ottanta.

Berlusconi voleva acquistare la catena di supermercati Standa, all’epoca di proprietà del Gruppo Ferruzzi. Gardini non sembrava così interessato a vendere e soprattutto, a quanto pare, non aveva in grande simpatia Berlusconi.

L’aneddoto, datato 1988, del loro incontro viene raccontato ne ‘L’uomo che sussurra ai potenti’, libro-intervista di Luigi Bisignani e Paolo Madron (ed. Chiarelettere) in cima alla classifiche di vendita.

Bisignani racconta quello che avvenne dietro le quinte. “Raul e Silvio di certo non si amavano – afferma -, troppo primedonne, troppo istrionici. Sul piatto c’era la Standa, che per Berlusconi significava un traino per la pubblicità”. Intervenne anche Craxi, invano, perché Gardini diffidava di Silvio. A un certo punto ci fu comunque una telefonata tra i due, in cui Gardini, intenzionato a tagliare corto, diede un aut aut a Berlusconi: “Senti, io sto andando all’estero dove mi tratterrò a lungo. Vediamoci tra due mesi, a meno che tu non riesca a raggiungermi a Ravenna entro qualche ora”. Due ore dopo, il futuro presidente del Consiglio sbarcò all’aeroporto di Forlì. A far cambiare idea a Gardini, secondo Bisignani, non fu tanto l’assegno da mille miliardi di lire offerto da Berlusconi, quanto la performance di Silvio: “Incalzava Raul senza dargli tregua – ricorda Bisignani -: ‘Siamo gli unici indipendenti, abbiamo tutti contro, ci scatenano contro i loro giornali’. Poi il colpo risolutivo: ‘Solo noi due possiamo opporci allo strapotere degli Agnelli’. Parole che suonarono come miele alle orecchie dell’interlocutore”.

La giornata ravennate di Berlusconi terminò con una passeggiata in centro storico, dove in piazza del Popolo firmò autografi ai tifosi del Milan, allora guidato da Arrigo Sacchi, che aveva fatto incetta di trofei.

v.r.