Le “correzioni” alle spese di Alvaro Ancisi (LpRa)

Pur dichiarandosi favorevole alla Notte d’Oro  (“rappresenta un’occasione per far sentire viva la città e gratificarne i cittadini, anche se inadeguata – una tantum com’è – a rianimare il centro storico dal mortorio”) il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi analizza i costi dell’evento in programma sabato 12 ottobre, tra “spese ragionevoli e schiaffi alla miseria”.

 

“I costi – spiega Ancisi – sono quantificabili in 76.650,88 euro, escluse le inevitabili aggiunte a posteriori e considerando solo le spese vive e non anche i costi che gravano sui servizi generali del Comune (per il personale impiegato nell’organizzazione dell’evento, anche specificamente assunto, per l’uso dei telefoni e delle altre utenze, dei mezzi e dei materiali dell’amministrazione, ecc.). Se le spese fossero calcolate coi criteri del conto economico di gestione per centro di servizio, assommerebbero a circa 100 mila euro.
a) Trasparenza impone che le spese vive quantificate ad oggi siano così scorporate:
1. il solo concerto di Cristiano De André costa 61.433,98 euro;
2. assommano a 5.304,20 euro tutti gli altri spettacoli, iniziative, animazioni, ecc., così distinte: “Aspetta mo’: storie di donne intraprendenti”: 715 euro, “Le famiglie in concerto rock con Daddy Band”: 1.300; concerto “Rabalà”: 625; laboratorio e trucca bambini 156; esibizioni dei musicisti Emiliano Rodiguez e Massimiliano Rocchetta per il “Jazz Sonata al Chiaro di Luna”: 2.000; visite guidate gratuite a San Vitale e Galla Placidia: 508,20;
3. le spese indivisibili a favore dell’intera rassegna valgono 9.912,70 euro (2.412,70 per il Navetto d’Oro “gratuito”, dicono loro; 3.500 per le app sul smartphone “Ravenna Eventi”; 4.000 per i diritti SIAE);
4. le iniziative organizzate dagli esercenti e dai commercianti attivi nelle strade servite dalla Notte d’Oro hanno costo zero per il Comune.
b) Meritano a loro volta di essere suddivise le spese per il concerto di De Andrè:
1. 44.770 euro all’agenzia Pulp di Rimini, di cui 25.000 più Iva per la parte artistica del concerto e 12.000 più Iva per la parte logistica;
2. per l’installazione degli impianti elettrici (ditta Gamie) e il consumo di elettricità: 5.242,80; 
3. per lo studio tecnico Lotti, che si occupa delle licenze di pubblico spettacolo: 5.387,68;
4. per la ditta MP Service Audio e Luci: 1.980;
5. per l’utilizzo dei palchi e delle sedie e per gli allestimenti tecnici: 4.053,50 alla Publifest.

 

A fronte di tale spesa pubblica le entrate dai cosiddetti sponsor assommano a 8.920 euro, di cui però i 5.000 a carico della Fondazione Cassa di Risparmio sono sottratti al budget che annualmente l’ente destina a vantaggio delle iniziative culturali, sociali e assistenziali che le vengono proposte dal Comune. Per il resto, contribuiscono il Camping Adriano (2.500 euro), l’Acmar (1.500), Radio Studio Delta (3.500), Lega Coop (1.000) e il Consorzio Ciro Menotti (2.420).

Lascio ai lettori la libertà di commentare tali cifre, in toto o nel dettaglio, secondo la propria sensibilità”.

Ancisi elenca poi una serie di “correzioni”:

“1. al posto del consueto concerto di un cantante di mezzo successo nazionale, appaltato alla solita agenzia di Rimini, avrei scritturato, dando loro spazio anche nella stessa piazza del Popolo, giovani band, musicisti, cantanti e artisti di cui è ricca la nostra realtà provinciale e romagnola, nel segno della loro valorizzazione e di un legame diretto con l’offerta culturale del territorio, risparmiando almeno 50.000 mila sui 61.433,98 che costa il concerto di De André (peraltro con scarsa chiarezza dei costi fatturati dall’agenzia Pulp);
2. avrei destinato i 50.000 euro risparmiati a soccorrere le famiglie ravennati che fanno la fame;
3. avrei organizzato un piano per la prevenzione e la repressione dei fenomeni di devastazione, lordura, bullismo, ecc. da parte dei malintenzionati che una troppo libera fruizione della Notte d’Oro, accompagnata da abbondanti libagioni, inevitabilmente attira e scatena: piano di cui, stando alla conferenza stampa e ai declami della giunta Matteucci, non si è avuta notizia, quasi che il problema non esista.
Aggiungo di dubitare, in mancanza di una esaustiva documentazione, che queste spese rispettino i vincoli del Patto di Stabilità”.