Domenica visite guidate e iniziative in via Marabina

A sud dei Fiumi Uniti, nella campagna tra Classe e il mare, si trova l’avanzo di quella che veniva tradizionalmente definita la ‘Torraccia’. E’ quanto resta della torre linoranea di avvistamento che, all’epoca della costruzione si trovava presso l’imbocco portuale portuale attivo a sud di Ravenna chiamato Candiano.

Domenica prossima partirà una mobilitazione di associazioni, architetti e amanti del territorio per salvare la Torraccia, in occasione della Festa delle Città Civili dell’Emilia-Romagna, in programma nei pressi dell’Azienda Agricola Torraccia in via Marabina 153.

Sarà l’occasione per dare voce ai diversi soggetti accomunati dalla passione e dalla volontà di recuperare i resti di questa antica torre costiera di avvistamento, sorta nel 1670. Dalle 14,30 alle 18 sono in programma  iniziative alla scoperta della torre con visite guidate e tante altre opportunità.
“L’obiettivo, – come ha spiegato dall’assessore all’ambiente Guido Guerrieri – è quello di “mettere sotto i riflettori un progetto ampio e ambizioso finalizzato al recupero e al salvataggio di questo pezzo importante della storia del nostro territorio e della sua preziosa testimonianza, muovendo dalla capacità collettiva e dalla ricerca di  sinergie tra cittadini, enti, aziende, associazioni e istituzioni del territorio”.
Sono già diversi e variegati i soggetti protagonisti di questa iniziativa, primo fra tutti l’Associazione Classe Archeologia e Cultura, che si è attivata nella ricerca di altri partner interessati al destino della Torraccia  e che ne ha ricostruito la memoria storica tramite una approfondita ricerca documentale.
A questa “chiamata alle armi” ha aderito la Cooperativa CAB Ter.ra, proprietaria sia dei terreni circostanti che della torre costiera, “scorgendo in questa spinta volontaria la possibilità di trovare le collaborazioni necessarie per il ripristino della struttura  e la sua valorizzazione sotto il profilo storico”. Tra queste, quella dell’architetto Marco Turchetti autore di studi sulla Torraccia e di Carlo Zingaretti, portavoce del movimento d’opinione Ravenna Domani, artefice con il restauratore Ugo Capriani di una dettagliata proposta di intervento conservativo; l’Associazione Ekoclub che ha condiviso le finalità e gli obiettivi del progetto
“Sono molti gli aspetti che rendono la “Torraccia” un bene comune e soprattutto un bene da difendere e  tutelare – ha aggiunto l’assessore Guerrieri -. Si tratta infatti di un’antica Torre di cui molti cittadini ignorano l’esistenza, ma che testimonia e racconta una pagina importante della storia della nostra città, del suo porto, vero e proprio “cordone ombelicale” fino al mare, su un fronte costiero in incessante movimento. Oggi, dopo tre secoli di completo abbandono la torre presenta un evidente stato di degrado che potrebbe a breve comprometterne la staticità. La sua presenza nella immediata periferia a sud di Ravenna, lungo via Marabina, già portatrice di memorie antiche con gli scavi archeologici del porto di Classe, racconta i rapidi mutamenti di un territorio, l’antico conflitto tra terra e acque, l’unicità della natura circostante, la tranquillità e la bellezza dei luoghi”.

La torre fu costruita nel 1670 all’imbocco del Porto Candiano, collegato alla città attraverso il canale Panfilio. Con un breve di papa Clemente X del 5 dicembre 1671, la famiglia Cavalli ne entrò in possesso nell’agosto 1672 godendo della riscossione di dazi e regalie sul traffico portuale. La torre, sorta presso le semplici strutture del porto Candiano, ospitava una piccola guarnigione di fanti e cavalieri per il controllo del litorale e le segnalazioni alle torri del sistema di difesa costiero. Verso il 1730, con la diversione di Ronco e Montone per allontanare da Ravenna la costante minaccia dei fiumi, il nuovo corso dei Fiumi Uniti finì con l’intersecare il tracciato del canale Panfilio. L’inevitabile abbandono del porto Candiano e il trasferimento dell’investitura Cavalli sul nuovo canale Corsini a nord di Ravenna, determinarono il rapido e inesorabile degrado della struttura fortilizia. Il costante avanzamento della linea di costa e le opere di bonifica del territorio cancellarono rapidamente ogni segno dell’originaria funzionalità del manufatto, tanto che nella seconda metà dell’Ottocento la torre (oggi soggetta a vincolo storico artistico da parte della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici) appariva isolata entro la pineta e già in parte diroccata.

L’appuntamento di domenica rientra nel progetto regionale Festa delle Città Civili dell’Emilia Romagna, promossa dal Servizio Comunicazione, trasparenza, educazione alla sostenibilità e strumenti di partecipazione della regione, e dai Comuni capoluogo che hanno costituito i Multicentri per l’educazione alla sostenibilità urbana, con il coordinamento del Centro Antartide di Bologna, “per dare voce alle tante energie civiche che stanno emergendo in Emilia-Romagna: cittadini che si prendono cura della propria città, adottandone i luoghi e gli spazi comuni più caratteristici, volendone esaltare le intrinseche peculiarità e bellezza”.
Le voci di “cittadini attivi” troveranno spazio nelle piazze della regione il 12 e 13 ottobre, per celebrare la prima edizione questa grande iniziativa regionale contraddistinta  dallo slogan “Prenditi cura della tua città: è un dono”.