Un’opera del metereologo Pierluigi Randi e di Roberto Ghiselli

“Ma davvero tanto tempo fa gli inverni erano più rigidi e nevosi rispetto a quelli attuali?”. A questo ed altri quesiti risponderà il volume ‘I grandi inverni dal 1880 in Romagna e province di Bologna e Ferrara’, un libro unico nel proprio genere, da molto tempo atteso dagli appassionati di meteorologia e climatologia ma di sicuro interesse anche per una platea ben più vasta.

Curato da Pierluigi Randi e Roberto Ghiselli, appena pubblicato da An.Walberti editore con prefazione del colonnello Mario Giuliacci, verrà presentato per la prima volta a Bagnacavallo, in una serata patrocinata dal Comune, giovedì 14 novembre.
Dalle 21 in poi, presso la sala Oriani del convento di San Francesco di via Cadorna, i due autori presenteranno il loro libro che in 500 pagine racconta la storia, documentata con dati e immagini, delle più grandi nevicate e ondate di gelo avvenute in Romagna e nelle adiacenti aree del Bolognese e Ferrarese, dal 1880 ad oggi, con particolare riguardo agli storici eventi del 1929, del 1956, del 1985 e del 2012.

“Si tratta – spiegano i curatori – di una pubblicazione di carattere divulgativo ma con forte impronta scientifica, pensata non soltanto per gli appassionati di meteorologia, ma anche per quanti desiderano allenare la memoria o rispolverare ricordi recenti o remoti, indissolubilmente legati ai memorabili eventi meteoclimatici descritti nel libro anche con l’ausilio di molte immagini e carte sinottiche”. Durante la presentazione, il discorso si allargherà alla più ampia questione dei cambiamenti climatici in atto, e ci sarà spazio per interventi del pubblico.

Il volume di Randi e Ghiselli propone innanzitutto un resoconto di ciò che gli inverni più crudi, dalla fine dell’ottocento a oggi, significarono per la Romagna, non soltanto sotto il profilo meteorologico e climatologico, ma anche in relazione a note di costume, cronache dell’epoca, immagini, commenti e confronti tra i diversi periodi storici.
“Pur nel contesto climatico attuale indirizzato al riscaldamento globale – spiegano gli autori – non mancano di tanto in tanto invernate coi ‘fiocchi’; anzi a partire dagli anni duemila si è manifestato un aumento della nevosità media, sia in pianura che sui rilievi, dopo i minimi storici toccati negli anni novanta, sebbene questo aspetto possa rappresentare una diversa faccia della stessa medaglia”.

La storia meteoclimatologica dell’Emilia-Romagna è ricca di eventi invernali di notevole rilievo, particolarità caratteristica delle aree contraddistinte da un tipo di clima temperato sub-continentale (coste dell’alto Adriatico e Romagna centro-orientale) o temperato continentale (Emilia e Romagna occidentale), vale a dire con estati molto calde e afose, e inverni rigidi con freddo umido e talora nevosi. Pertanto il materiale cui attingere risultava assai vasto. Tuttavia gli autori hanno seguito un criterio logico che li ha portati a trattare in modo più ampio quattro eventi principali, ognuno dei quali costituisce un capitolo: inverno 1928-1929, febbraio 1956, gennaio 1985 e febbraio 2012, ritenuti i più importanti dal 1900 per intensità dei fenomeni, rigori termici raggiunti e soprattutto per la notevole estensione geografica delle aree interessate.

Un capitolo a parte è dedicato agli inverni di fine ottocento, la lettura dei quali riserverà molte sorprese, soprattutto agli appassionati di meteorologia, così come un altro capitolo è dedicato agli eventi meno importanti ma ugualmente severi dal 1900 a oggi. Un ultimo capitolo è riservato ai cosiddetti episodi “minori” relativi al medesimo periodo.
Va sottolineato infine che gli autori hanno deciso di allargare la “finestra” di indagine anche al Bolognese e al Ferrarese che presentano, pur con le inevitabili diversificazioni, sostanziali analogie con il territorio romagnolo in tema di eventi invernali caratterizzati da forti ondate di neve e gelo, mentre le differenziazioni diventano sempre più ampie mano a mano che si procede verso l’Emilia occidentale soprattutto in merito alle dinamiche che conducono a nevicate importanti, la cui climatologia è nettamente diversa rispetto al comparto romagnolo.

I grandi inverni dal 1880 in Romagna e province di Bologna e Ferrara, stampato in 500 copie da An.Walberti editore (Lugo), è acquistabile sia presso l’editore che rivolgendosi direttamente agli autori al costo di 20 euro.

Alfonsinese residente a Bagnacavallo, socio Smi (Società Meteorologica Italiana), Pierluigi Randi è previsore e responsabile area climatologia, agrometeorologia e dati MeteoCenter s.r.l. Collaboratore Eswd (European Severe Weather Database) e Centro Epson Meteo Milano, è inoltre responsabile del Thunderstorm Team MeteoNetWork, previsore di MeteoRomagna, gestore della stazione meccanica Arpa-Simc di Alfonsine, divulgatore e coautore del libro Temporali e Tornado (Alpha Test editore, I e II edizione).

Voltanese, socio Smi, profondo conoscitore del clima regionale, Roberto Ghiselli è proprietario e curatore di una vasta biblioteca storica e collaboratore fin dagli albori di MeteoCenter/MeteoRomagna dove è responsabile dell’aggiornamento e della manutenzione dell’archivio dati storici e coordinatore dei rapporti con la stampa. Gestore della stazione meccanica Arpa-Simc di Voltana, è infine divulgatore e assistente-relatore per attività didattica.