
Blitz contro la criminalità cinese
L’ordinanza
La Questura di Ravenna comunica che nei giorni scorsi è stata portata a termine un’indagine da parte della Procura della Repubblica e della Polizia di Stato su un gruppo di cittadini cinesi che avrebbe lucrato ingenti somme di denaro sul corpo di giovani donne, reclutate per “lavorare” a Siena e a Cervia.
Gli investigatori della Squadra Mobile delle Questure di Ravenna e Siena, coordinati dalla Procura della Repubblica di Siena, hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali disposta dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Siena.
Un uomo è stato arrestato e la compagna, sottoposta all’obbligo di dimora, dovrà rimanere in casa nelle ore serali, mentre altre quattro persone sono state denunciate, tra cui una donna italiana residente a Cervia; tutte con l’accusa di sfruttamento e di favoreggiamento della prostituzione.
Le indagini
Le indagini, condotte con servizi di osservazione e intercettazioni telefoniche, hanno documentato la sistematica e stabile attività di prostituzione di cui traevano beneficio i cittadini cinesi che, attraverso decine di clienti al giorno, riuscivano ad intascare migliaia di euro al mese, somme che venivano fatte immediatamente sparire.
Un cittadino, classe 1983, residente a Siena, è ritenuto l’organizzatore del business come “Parassitario percettore dei proventi dell’attività illecita”: dietro l’apparenza di “centro massaggi”, in realtà gestiva un lucroso giro di prostituzione. Secondo le Forze dell’Ordine, infatti, l’uomo selezionava giovani donne di nazionalità cinese, curava la gestione della casa e incassava quanto guadagnato, tutto rigorosamente al nero.
L’uomo gestiva due centri massaggi, uno a Siena e uno a Cervia.
“Di solito chiudo un locale e ne apro un altro… a dicembre ho fatto solo 15.000 euro”, così si “lamentava” con una connazionale, afferma la Polizia, vantandosi però di essere riuscito a “rientrare” nell’investimento dopo appena due mesi di lavoro.
Nella sua attività era aiutato da altre quattro donne che selezionavano le ragazze e davano loro istruzioni sull’atteggiamento da avere con i clienti.
Durante la perquisizione, nella casa dell’uomo sono stati sequestrati documenti vari e circa 1.000 euro di denaro contante, provento giornaliero dell’attività.
Per controllare gli affari, l’uomo aveva predisposto un sofisticato sistema di videosorveglianza dotato di micro telecamere le quali monitoravano la zona circostante.
La presunta complice italiana
Non solo individui cinesi, ma anche una signora italiana, residente a Cervia, proprietaria dell’appartamento nel quale ha sede il “centro massaggi” cervese, era coinvolta negli affari dell’uomo di nazionalità cinese: “Stai attento ai controlli della Polizia, ho saputo che stanno facendo verifiche…stai attento”; è uno dei dialoghi intercettati in cui la donna lo metteva in guardia sulle possibili attenzioni degli inquirenti.
Con il sequestro del centro massaggi di Cervia, la donna rischia ora la confisca della casa che potrebbe essere riutilizzata a fini sociali.