
Nel 1911 la riduzione cinematografica della cantica dantesca. Visione straordinaria per il Ravenna Festival il 20 luglio alle 21.30 alla Rocca Brancaleone. Sponsor Publimedia Italia
Per la prima volta sugli schermi… l’Inferno di Dante. Il film del 1911, regia di Francesco Bertolini, Adolfo Padovan e Giuseppe de Liguoro – versione restaurata dalla Cineteca di Bologna – sarà in visione straordinaria il 20 luglio per il Ravenna Festival 2021 “Dedicato a Dante”; sponsor Publimedia Italia. Proiezione, con sonorizzazione dal vivo di Edison Studio, alle 21.30 alla Rocca Brancaleone. Evento anche in streaming su ravennafestival.live. Ravenna24ore pubblicherà 4 note di presentazione, per vivere appieno l’evento. Ecco la prima
All’indomani della prima proiezione di Inferno, nel marzo del 1911, appare, sulle pagine della rivista cinematografica “Lux”, un articolo a firma del giornalista Ferruccio Sacerdoti, in cui si esalta l’eccellenza della pellicola, definita, tra l’altro, “colossale”.
È la prima volta che l’aggettivo viene associato a un film. L’intuizione di Sacerdoti è ragguardevole, visto, che ancora oggi, il termine “colossal” è correntemente utilizzato per individuare un film con determinate caratteristiche: lunghezza superiore alla media, alto budget, impianto scenografico imponente, numero elevatissimo di comparse in scena, effetti speciali particolarmente sofisticati e spettacolari.
Il film Inferno, prodotto dalla casa di produzione Milano Films, già nel 1911, rispondeva a tutti i criteri che caratterizzano un colossal: un metraggio del tutto abnorme per l’epoca (1200 metri contro la media di 500/600 metri della produzione coeva); costi produttivi esorbitanti (100.000 lire a fronte delle 8/10.000 lire occorrenti, di norma, per realizzare un film a quei tempi); scenografie fantasmagoriche; centinaia di comparse; trucchi cinematografici – gli odierni effetti speciali – mai visti prima su uno schermo cinematografico.
La fortuna di Inferno, colossal ante litteram della storia del cinema, aprirà la strada a una serie di film storico-mitologici altrettanto grandiosi – da Quo vadis? a Gli ultimi giorni di Pompei (1913), da Caius Julius Caesar a Cabiria (1914) – destinati a segnare l’epoca d’oro della cinematografia italiana, che, negli anni Dieci, sarà seconda solo a quella statunitense. Un exploit “colossale” mai più ripetuto. (Si ringrazia Giovanni Lasi per il prezioso contributo).
Marsilio