Ho letto delle polemiche e dei commenti alla vicenda del dopo benedizione nell’asilo comunale e vorrei condividere con questa comunità telematica alcune mie riflessioni.
Leggendo i commenti fatti alla vicenda ho notato che presi a sè i concetti espressi possono essere tutti altrettanto validi. Cioè nessuno ha ragione e nessuno ha torto. Perchè non c’è secondo me, da stabilire chi ha ragione e chi ha torto in questa vicenda. Forse però sarebbe il caso di rispettarsi di piu’ tutti quanti: ognuno ha il suo bagaglio di tradizioni e di cultura e non c’è modo di stabilire quale concetto o visione della vita sia piu valido di un altro. Perchè non è giusto e non sarebbe democratico.
Non ero presente alla inaugurazione e valutare i fatti come sono andati da fuori è un po’ difficile ma sento di poter esprimere un disaccordo nei confronti dei due amministratori. All’atto della benedizione anche se non erano d’accordo potevano fare finta di niente e non puntualizzare in maniera così netta il loro dissenso alla benedizione. Un amministratore è qualcuno che prima di tutto amministra soldi pubblici e ha il dovere di assolvere questa funzione, come esclusiva e principale, in quanto questa è la natura del suo mandato. Certo l’orientamento politico è importante ma mi sembra molto forzato volere “condire” ogni manifestazione e ogni iniziativa con l’esternazione di principi politici sempre e costantemente.
I cittadini hanno il diritto di esprimere le proprie idee sulla vita cittadina e è giusto il dibattito su temi di interesse di tutti. Ma penso che sia il caso di abbassare un po’ i toni. Sarebbe piu bello vedere amministratori illuminati che riescano anche un po’ a prevedere che su certi argomenti si può creare polemica, disagio per alcuni e spunti per approfittarne per altri (e mi riferisco anche a coloro che hanno affermato che la sinistra estrema cerca consensi…)
Insomma mi piacerebbe utopisticamente constatare che chi ci governa, maggioranza e opposizione compresa, è là perchè ha anche i numeri per capire con con un po’ di lungimiranza che le parole dette possono essere pietre.