A Ravenna, negli anni ’50-60, fu addirittura ipotizzato un “ Porto Franco”; a fine anni ’80- in considerazione d’esperienze esistenti in Europa – si parlò di “Zona Franca Manifatturiera-Commerciale” e nel 1994 fu presentata una proposta di legge ad hoc al Parlamento (on. Angelini e sen. Casadei Monti). Rimase tale così come un’analoga, contemporanea, proposta per Livorno. Nel 1991 fu approvata la legge per una zona franca nel porto di Genova, ma non fu poi materializzata per ragioni pratiche.
Alcune considerazioni odierne:
- Per rafforzare l’uscita dalla crisi economica occorrerebbe coniugare crescita con sviluppo che più direttamente significa ampliamento della base produttiva, mentre in verità in Italia cresce il rischio opposto perché c’è più concorrenza con realtà estere dove sono più consistenti le economie esterne e di specializzazione.
- Gli investimenti dall’estero sono molto più importanti del passato per rafforzare una realtà economica-territoriale nella competizione globale. In Emilia-Romagna, come in Italia, invece scarseggiano, quando ci sono puntano soprattutto ad acquisire imprese esistenti anziché crearne per carenze di vantaggi comparativi nella fiscalità generale, nelle infrastrutture di trasporto, per complessità burocratiche, lentezze nella giustizia, questioni del lavoro e creditizie.
- In questo non facile contesto la “zona franca” (Z.F.) è strumento alquanto incentivante ed è complesso nei suoi impliciti vantaggi fiscali, burocratici, investitori, occupazionali. Dentro le Z.F. secondo il regolamento n. 450/08 dell’UE “…si possono svolgere in modo agevolato anche attività industriali, commerciali e di servizi specie di trasformazione delle merci in transito su rotte internazionali ecc…”. E’ realizzabile, previo legge specifica, nelle principali città marittime (quindi anche Ravenna) e in località interne di rilevanza nei traffici con l’estero (forse anche gli interporti di Bologna e Parma). Essa comporta considerevoli costi di impianto e va approvata dalla Ue. Nel Mediterraneo dove cresce la concorrenza per traffici e insediamenti, ce ne son diverse e con saldi in generale positivi così come ce ne sono in più continenti.
- Considerato anche che lo scalo ravennate nel 2009 ha perso oltre 7.000.000 di tonnellate e che la ripresa appare complessa, emergono più elementi anche d’economia normativa per i quali pare auspicabile una formale richiesta istituzionale al Ministro dell’Economia e Finanze per un efficace approfondimento di specie e cioè: Nuove normative incentivanti investimenti esteri produttivi nei citati ambiti (porti, interporti) oppure ricorrere allo strumento “Zona Franca manifatturiera- commerciale” ? (e ripresentare perciò la proposta di legge del 1994 , aggiornata , intanto per cercare d’ottenere lo strumento giuridico).
dott. Carlo Boldrini
dott. Riccardo Rosetti
P.S. La Zona Franca è indicata nel Programma di Governo 2006-2011 della Provincia di Ravenna.