Ravenna Viva aderisce all’Appello nazionale, “considerato che, a distanza di 22 anni dalla sua nascita, si ipotizza lo smembramento e la declassazione del Parco Regionale Del Delta del Po in due Parchi provinciali”.
Ecco il testo dell’Appello:
Nel 1981 Giorgio Bassani scriveva: “la realizzazione del Parco del Delta del Po riguarda non soltanto l’Italia, ma l’Europa, il mondo intero. Se il Parco si farà (sento che si farà!), se ne avvantaggeranno tutti gli uomini di questo pianeta.”
Quel parco è nato, anzi ne sono nati addirittura due, uno per l’Emilia-Romagna, uno per il Veneto, ma l’obiettivo deve comunque essere quello di istituire un’unica grande area protetta di interesse nazionale e internazionale, perché il delta del maggiore fiume italiano rappresenta un territorio unico, anche se vasto e differenziato.
Quest’ampia area di transizione tra terra e mare, ove si incrociano importanti vie di comunicazione e attività come l’agricoltura, la pesca, l’itticoltura, l’industria, l’artigianato, il turismo, contiene ancora una grande varietà di zone umide, ambienti, presenze vegetali, boschi, presenze animali, nelle acque, sulla terra, nel cielo, oltre alle testimonianze di una parte importante dell’arte e della storia dell’Europa.
Tuttavia oggi il momento è critico per i Parchi del nostro Paese. In particolare attualmente corre gravi rischi, anche a causa della maggiore complessità della sua architettura istituzionale, il Parco del Delta emiliano-romagnolo, la cui gestione è stata finora positiva, anche per aver cercato di applicare la Convenzione Europea del Paesaggio, che sancisce l’obbligo di riconoscere valenza paesistica a tutto il territorio, introducendovi misure diversificate di salvaguardia, gestione e pianificazione.
I firmatari del presente appello esortano pertanto gli amministratori locali, la Regione Emilia-Romagna, la Regione Veneto e lo Stato a prendere nella massima considerazione i Parchi del Delta, per evitare che, in questo momento di crisi nazionale e internazionale, torni ad affacciarsi in quest’area il pericolo di nuove intense edificazioni, di speculazioni e in generale per impedire che gli interessi forti minaccino la centralità della conservazione della natura, del paesaggio e degli ecosistemi.
E’ necessario impedire con determinazione che vadano distrutti i risultati di molti anni di studio e di esperienze importanti, specialmente in un periodo in cui i cambiamenti del territorio, del clima, dei fiumi e dei mari, prodotti da cause artificiali e naturali, rimettono in discussione i modi di utilizzo della Terra e gli stili di vita degli uomini.
I parchi del Delta del Po debbono essere mantenuti oggi al massimo livello di efficienza, evitando ulteriori frammentazioni in parchi provinciali, o parchi virtuali eclissati in numerosi assessorati, evitando vuoti di potere o discontinuità di impegno, per portare a compimento i molti progetti avviati al fine di salvaguardare questo territorio, per i suoi abitanti, per i suoi ospiti, per le future generazioni. Un territorio che è stato riconosciuto dall’Unesco “patrimonio dell’umanità”, qualità ribadita del resto anche dal Piano Territoriale Regionale dell’Emilia Romagna, dove dice che “sicuramente il Delta del fiume Po costituisce un’area di inestimabile valore dal punto di vista naturalistico e … se si associa il fatto che i suoi capisaldi sono le città d’arte di Ferrara e Ravenna sul lato emiliano romagnolo e di Venezia sul lato Veneto, si coglie facilmente che stiamo parlando di un sistema storico, culturale e paesaggistico ambientale unico al mondo”.
Alessandra Mòttola Molfino, Andrea Alberti, Carla Di Francesco, Romano Murmora, Antonello Alici, Vittorio Emiliani, Franco Pedrotti, Carlo Bassi, Francesco Erbani, Fulco Pratesi, Marco Bondesan, Marina Foschi, Paolo Pupillo, Carlo Alberto Campi, Pier Francesco Ghetti, Anna Quarzi, Franco Cazzola, Giulio Ielardi, Paolo Ravenna, Giorgio Celli, Giovanni Losavio, Edoardo Salzano, Gian Luigi Ceruti, Daniele Lugli, Ranieri Varese, Pier Luigi Cervellati, Andrea Malacarne, Aniello Zamboni, Francesco Corbetta, Renzo Moschini, Marcello Zùnica