
“Gli interessi economici di chi ha proposto l’impianto contano di più delle legittime preoccupazioni di chi vive qui”
Potere al Popolo di Ravenna ribadisce tutta la sua contrarietà all’apertura del deposito costiero di Gnl, che verrà inaugurato il prossimo 26 ottobre.
“La proposta della costruzione dell’impianto – scrive PaP in una note -, qualche mese fa, sollevò un acceso dibattito tra la cittadinanza sull’opportunità di tale costruzione così vicina a centri abitati. Evidentemente gli interessi economici di chi ha proposto l’impianto contano di più delle legittime preoccupazioni di chi vive qui”.
“Ancora una volta – attacca il movimento ravennate – registriamo la distanza abissale tra quello che il Comune promette di fare e quello che fa veramente. Entro otto anni il Comune si ripromette di eliminare il 60% delle emissioni climalteranti, poi lascia costruire impianti che vanno nella direzione opposta. E i veicoli alimentati a GNL sono più inquinanti di quelli alimentati a diesel. Facciamo un po’ fatica a comprendere questi comportamenti schizofrenici.
Non basta intitolare un assessorato alla transizione energetica, bisogna anche fare azioni conseguenti. Non bastano i timidi accenni all’eolico da parte del sindaco appena riconfermato. Si sta puntando troppo su una fonte energetica, il metano, che, come il petrolio, risente troppo di condizionamenti esterni. La sicurezza dei gasdotti e il prezzo dipendono da complesse situazioni geopolitiche: guerra in Ucraina, tensione tra Algeria e Marocco, instabilità endemica nel Medio Oriente ecc. Poi ricorrenti manovre speculative portano quel prezzo alle stelle. Come stiamo sperimentando in questi giorni.
Il dibattito sulla transizione energetica è iniziato alcuni decenni fa, la strada da imboccare era già chiara: puntare tutto sullo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili. La nostra classe politica, succube delle multinazionali del settore petrolifero, non ne ha fatto nulla, anzi ha continuato a sovvenzionare quel settore. Ora il punto di non ritorno si sta avvicinando. Avrà chi ci governa intenzione di cambiare rotta? Ne dubitiamo”.