Alvaro Ancisi (foto di repertorio)

Il capogruppo di Lista per Ravenna indica un’unica soluzione possibile: “Trasformare l’area C in area B, rendendola così infruttifera per interessi privati e fruttifera per quelli pubblici”

Come annunciato in mattinata, l’Ente Parco Delta del Po, con il contributo di Regione e Comune, eserciterà il diritto di prelazione sulle aree A e B di Ortazzo e Ortazzino.

La polemica scatenata nei mesi scorsi dall’acquisto da parte di un’azienda privata dell’area, però, non sembra placarsi, e rimane legata all’area C della zona. La Regione Emilia-Romagna segnala infatti come questa non possa per legge essere oggetto di prelazione: “esistono vincoli stretti che non permettono interventi di nessun genere, anche se questa rimarrà – al momento – di proprietà privata”.

Il capogruppo di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, incalza proprio a proposito di questa area C sostenendo come questa sarebbe proprio quella di maggior interesse per i privati.

“Le zone A e B – evidenzia Ancisi in una nota –, rispettivamente di 71 e 340 ettari, sono totalmente finalizzate alla conservazione della natura, escludendo quindi ogni ingresso e attività che possano manometterla. Nell’area C è invece consentita, pur senza l’utilizzo di veicoli a motore, la fruizione dei vialetti per attività del tempo libero. Da questa, data anche la sua ampiezza di 72 ettari, è dunque possibile ricavare, a beneficio dell’attuale o di altra proprietà privata, degli utili rilevanti, con possibili danni alla conservazione, nel lungo termine, delle biodiversità e degli habitat e specie di interesse nazionale/comunitario esistenti, tanto da imporne – Lista per Ravenna lo propose già il 18 agosto scorso – il passaggio ad area B, totalmente vincolata.

Ma proprio l’area C sembra non interessare Ente Parco, Comune e Regione. La contraddizione è eclatante soprattutto per il Comune, in quanto – come rivelai pubblicamente con l’interrogazione al sindaco del 18 agosto scorso – la Giunta de Pascale aveva stabilito di acquistare tutti i 483 ettari dell’Ortazzo Ortazzino nel 2021, inserendo a bilancio la spesa di 512.000 euro, anche se l’ha fatta poi sparire nel nulla senza dir niente a nessuno.

Ora, quasi pagando i soldi impegnati allora, si lasciano fuori proprio i 72 ettari dell’area C più interessanti per il mercato privato, perché solo in questi ‘si può far qualcosa’. Basti osservare il contratto con cui, il 1° marzo 2023, CPI Real Estate Italy acquistò tutto l’Ortazzo Ortazzino dalla Immobiliare Lido di Classe, che ne era la storica proprietaria, al prezzo di 603.885 euro. Tra questi i ‘terreni non aventi destinazione né agricola, né edificabile’ sono stati però valutati, nel contratto stesso, appena 164.897 euro: i terreni che verosimilmente l’Ente Delta del Po vorrebbe oggi acquistare per 435.000 mila euro, coi soldi anche del Comune”.

Ancisi critica inoltre la comunicazione da parte del Comune, che avrebbe omesso la deliberazione della Giunta de Pascale, approvata il 7 novembre e resa immediatamente eseguibile. Questa delibera, fa notare però Ancisi: “fino a questo momento, chissà perchè, non è stata pubblicata all’albo pretorio digitale del Comune di Ravenna”.

“Al di là delle chiacchiere imbonitrici – attacca il capogruppo LpR –, la realtà sta nel testo di questa deliberazione (…). La Giunta de Pascale & C. spendono soldi pubblici per comprare le parti A e B dell’Ortazzo Ortazzino intoccabili da nessuno per nessuna ragione che non sia l’integrale conservazione della Natura, lasciando l’area C ai privati che se la passano di mano in mano, ogni volta incassando più di quello che avevano speso, per fini la cui ‘natura’ è invece quella speculativa delle società per azioni, che non sono enti o fondazioni di beneficenza. Giunta de Pascale e C. potranno riscattarsi solo quando trasformeranno l’area C in area B, rendendola così infruttifera per interessi privati e fruttifera per quelli pubblici. Giunta de Pascale, Giunta Bonaccini e Giunta dell’Ente Parco del Delta se ne sono detti convinti. ISPRA, Istituto dello Stato per la protezione ambientale, ne ha certificato la necessità improrogabile. Smettano di fare commedie elettorali e procedano celermente in questo senso, solamente così recuperando credibilità”.