Faenza, coinvolti in 21. Si continuerà con un picchetto

Oggi pomeriggio una decina di muratori sono saliti sui tetti di uno stabile della Cooperativa Edile Faentina. A farli scendere, anche data la scarsa sicurezza del tetto, ci hanno pensato i sindacati accorsi, il sindaco Malpezzi e un gruppetto di lavoratrici dell’Omsa. In tutto sono 21 le persone licenziate in tronco, 15 muratori e 6 impiegati, senza mobilità e cassa integrazione. La protesta continuerà stanotte: sono stati piazzati dei gazebo dalla Cgil all’entrata dell’azienda.

Iniziativa presa dopo l’incontro andato male tra i sindacati e l’azienda di questa mattina: come spiega Idilio Galeotti (Cgil) “Ho fatto il tentativo di fare cambiare idea all’azienda nel revocare i licenziamenti e richiedere almeno ancora per 6 mesi di cassa integrazione, questo sarebbe servito per dare un po’ di respiro ai lavoratori, aprire un tavolo di confronto con l’amministrazione e le centrali cooperative al fine di individuare una soluzione occupazionale per questi lavoratori. Con rammarico devo dire che non c’è stata nessuna disponibilità al confronto. Invito l’azienda a ripensare al provvedimento che noi come sindacato abbiamo già provveduto ad impugnare come illegittimo”.

Una settimana fa c’era stata l’assemblea dei lavoratori della cooperativa: “Quest’ultimo fatto – aveva detto all’annuncio dei licenziamenti il segretario provinciale Fillea, Paolo Paolini – dimostra una grave mancanza di trasparenza all’interno della cooperativa. Stiamo assistendo da circa un anno a una progressiva riduzione dei posti di lavoro e a un fenomeno di frammentazione della filiera del settore. Ci sono diversi casi in cui le aziende licenziano i lavoratori, incoraggiandoli poi ad aprire delle partite Iva o a lavorare in prestazione di manodopera. Una volta effettuato questo passaggio, le stesse si rivolgono ai lavoratori commissionandogli interventi che a tutti gli effetti sono meno onerosi”.