Consorzio, la proposta di Ancisi (LperRa). “ Non sono un nemico, non sono la causa dei mali. Disponibile al confronto”
Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna in consiglio comunale, respinge al mittente le accuse di “attacco” alla cooperazione, nell’ambito della relazione sul buco del Consorzio. E rilancia: proponendo una procedura, sulla quale c’è stato un confronto con il liquidatore, per arrivare velocemente al pagamento delle coop: il tema coinvolge 6-700 operatori, dipendenti o soci delle varie realtà.
“Le centrali – premette Ancisi – mi hanno contestato di non essere stato super partes nella mia relazione e di aver “attaccato strumentalmente le cooperative e i loro soci”. Come presidente, sono stato super partes nella conduzione della commissione d’indagine, ma sono stato eletto, per regolamento, come rappresentante dell’opposizione. Finiti i lavori, avevo il diritto e il dovere di esprimermi come tale, tanto è vero che la mia è stata una relazione di minoranza. Fabbri avrebbe dovuto essere super partes, per due ragioni: perché svolgeva il ruolo non di consigliere del PD, ma di presidente di tutti i consiglieri comunali, e per conflitto d’interessi, perché, quanto meno, è presidente della società di mutuo soccorso a cui sono iscritti tutti i soci delle cooperative sociali ravennati della Confcooperative. Basta leggere la mia relazione: è un’esposizione spietata di fatti, come nessun altro poteva fare, che non poteva essere disgiunta dalle conseguenti valutazioni politiche.
“La devono finire – continua il consigliere comunale – di additarmi come nemico dei loro dipendenti e causa dei loro mali, che sono tutti attribuibili non solo al buco del Consorzio, ma anche alla gestione attuale dell’ASP, di cui sono responsabili amministratori ed ex amministratori del PD, partito al quale appartengono i dirigenti cooperativi”.
“I soldi per dare respiro alle casse delle cooperative e agli stipendi dei lavoratori li deve tirar fuori, in sostanza, il Comune di Ravenna, e non è l’operazione verità del consigliere di minoranza Ancisi a poter frenare alcunché, anche perché le contestazioni legali sui contratti, sulle revisioni dei prezzi e sul quarto d’ora in più pagato per ogni ora di assistenza domiciliare, le ha fatte l’ASP.
Se fossero in buona fede, i vertici cooperativi dovrebbero prendere atto che la mia relazione, attaccando i mali, condizione prima perché siano curati, è stata l’unica voce che è venuta in soccorso dei lavoratori:
Ho riconosciuto, sulla partita più grossa della revisione prezzi, che le cooperative hanno diritto al rispetto dei contratti, anche se fuori legge e dannosi per le casse del Consorzio ma utili per quelle delle cooperative. Pagherà chi, sbagliando di grosso, ha deliberato il capitolato di gara da cui i contratti discendono.
Ho detto che tutti i posti di lavoro devono essere salvaguardati, scrivendo che: “il liquidatore del Consorzio, per la sua parte, dopo aver ricevuto i soldi necessari dagli enti consorziati, soprattutto dal Comune di Ravenna, e l’ASP per la propria devono pagare rapidamente alle cooperative tutte le fatture sospese nei termini della loro acclarata regolarità, o comunque per quote di garanzia”. Dirò ora in che modo, perché la verità è che alle cooperative devono arrivare non le lettere degli avvocati, ma i soldi, che deve dare il liquidatore del Consorzio, il quale, a sua volta, non avendoli, li deve ricevere dal Comune di Ravenna (anche per conto degli altri enti soci).
Tanto è vero che, dopo essermi confrontato col liquidatore, ho convenuto sulla seguente procedura:
- attraverso l’approvazione di una primo rendiconto del 2009, può essere liquidato il 70% delle fatture impegnate a bilancio, direi, ad occhio e croce, sui 3 milioni di euro, in modo da escludere quelle soggette a contestazione o verifica: questo, se gli enti consorziati convengono, si può fare in un mese;
- un secondo rendiconto 2009 può impegnare un successivo 70% delle fatture fuori bilancio, purché corrispondenti a servizi effettivamente resi nei termini contrattuali (il non pagamento configurerebbe un illecito arricchimento per il Consorzio e i suoi eredi): diciamo, all’ingrosso, anche più di 3 milioni di euro, che potrebbero essere liquidati nei primi mesi del 2011;
- sul resto, si deciderà una volta chiarito e superato ogni contenzioso legale o eventualmente giudiziario.
Questo significa stare dalla parte dei lavoratori nella partita del Consorzio in liquidazione. Altra storia è difenderli dall’ASP, in cui si riproducono le stesse condizioni che hanno portato al dissesto del Consorzio, con la differenza che ora non potrà più essere nascosto sotto il tappeto. Ma su questo il consigliere Ancisi, almeno fino a primavera, quando ci saranno le elezioni comunali, è impotente.
A questo punto, invito i lavoratori delle cooperative sociali a concordare un incontro nel corso del quale ci spiegheremo fino in fondo, alla luce del sole, smascherando i colpevoli del loro stato e gli ingannapopolo”.