L’interrogazione al sindaco del consigliere Alvaro Ancisi
“Disagi elevatissimi e dispendio di risorse pubbliche enorme”. Il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi interviene sulla rimozione dell’ordigno bellico dal Candiano prevista per domenica 7 novembre con un’interrogazione al sindaco Matteucci.
“Domenica prossima, l’ordigno bellico con 700 chilogrammi di esplosivo, rinvenuto durante le operazioni di dragaggio del canale Candiano e sciaguratamente rimosso, trasferito e immerso senza alcuna cautela nei fondali fangosi della pialassa Piomboni, verrà, a quattro mesi di distanza dal fatto, ripescato, riportato nel canale Candiano e trasferito in mare aperto, finché, il giorno dopo, sarà fatto brillare nei pressi del poligono militare della Foce Reno. Nove risultano le persone indagate dalla Procura della Repubblica per i reati ipotizzati di attentato alla sicurezza dei trasporti, rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, detenzione e trasporto di materiale esplosivo, responsabili di non aver fatto immediata denuncia del ritrovamento della bomba alle autorità competenti ad assumere ogni decisione e iniziativa al riguardo, decidendo, abusivamente e irresponsabilmente, di trasportarla nella pialassa Piomboni. Tra queste, grave appare soprattutto la posizione dell’alto dirigente dell’Autorità portuale di Ravenna che, dovendo “indirizzare, coordinare e controllare le operazioni portuali” (è scritto nel sito ufficiale come mission dell’Autorità Portuale), avrebbe invece concorso e si presume autorizzato addirittura a violare le norme più elementari che tutelano il porto di Ravenna, mettendone a gravissimo rischio la sicurezza e l’incolumità di quanti vi sono addetti o risiedono nelle aree abitate a ridosso del Candiano e della pialassa e anche che si producessero disastri ambientali e alle edificazioni enormi. Delicata anche la posizione del pilota del porto, che riveste funzioni di pubblico ufficiale, coinvolto nell’operazione. Due settimane fa, presentai un’interrogazione al sindaco (il quale, nonostante l’urgenza, non ha dato segni di risposta), denunciando l’assoluta mancanza di informazione e di chiarezza, quindi di trasparenza, da parte delle amministrazioni pubbliche locali, sui fatti delittuosi avvenuti, rivelati pubblicamente solo attraverso le cronache del quotidiano Il Resto del Carlino. Questa mancanza di trasparenza tuttora persiste. Contestai anche che nessun provvedimento amministrativo fosse stato assunto a carico degli indagati che rivestivano funzioni pubbliche, ritenendo, in assenza di comunicazioni da parte delle autorità competenti, che siano rimaste al loro posto con le medesime funzioni.
I DISAGI
I disagi prodotti dalle operazioni previste nella giornata di domenica sono elevatissimi. In concomitanza con esse, 1.200 abitanti di Marina di Ravenna e Porto Corsini saranno evacuati dalle loro case. Altri 4.000, che risiedono, lavorano o hanno una seconda casa in una fascia meno distante dal tragitto della bomba, non potranno uscire su strada. Più in là ancora, si dovrà usare, nelle case, una serie di cautele per prevenire i danni dall’eventuale deflagrazione dell’ordigno. Una ventina di attività commerciali situate nel raggio a rischio (ristoranti, pescherie, bar, piadinerie, un supermercato), subiranno, non potendo lavorare, un grave danno economico, dato che registrano la maggiore affluenza di clienti nelle giornate festive. In tutte le 18 banchine portuali che si affacciano in zona, sulla pialassa o sul canale, a servizio di numerose aziende, non potranno essere ormeggiate imbarcazioni. Tre grandi insediamenti industriali a lato del Candiano: Alma Petroli, centrale Enel e Pir, sottoposti ad obbligo di evacuazione, hanno denunciato l’impossibilità di bloccare il ciclo produttivo e di lasciare incustoditi i presidi di sicurezza degli impianti. Il servizio di traghetto tra Marina di Ravenna e Porto Corsini sarà interrotto.
IL DISPENDIO
Il dispendio di forze e di risorse pubbliche è enorme. Sarà impiegato nelle operazioni personale delle varie Polizie di Stato e locali, della Marina militare, della Croce Rossa militare, dell’esercito, della Guardia di finanza, della Protezione civile, ecc. Saranno presidiati 54 varchi di accesso alle zone off limits, attivati e presidiati due grandi centri di raccolta delle persone evacuate, disposte due linee gratuite di autobus per raggiungerli e per il viaggio di ritorno, organizzato il trasporto con ambulanza di malati e allettati costretti a trasferirsi fuori casa.
I DANNI
I danni economici e materiali per l’amministrazione pubblica e per la comunità saranno ovviamente notevoli. Qualora la scoperta della bomba fosse stata segnalata immediatamente e l’ordigno fosse rimasto sul posto, le operazioni – come ha anche affermato il Prefetto – sarebbero state più circoscritte, lasciandone fuori la pialassa, e perché forse – a seconda del punto, tuttora non comunicato, in cui è avvenuto il ritrovamento – sarebbe stato impegnato un tratto minore del canale Candiano. Questi maggiori costi vanno attribuiti e quindi addebitati a chi se ne è reso responsabile, secondo quanto emergerà in sede giudiziaria, ove l’Autorità portuale e il Comune di Ravenna, quali soggetti pubblici maggiormente colpiti, dovranno, a mio parere, costituirsi parte civile.
Al riguardo, chiedo dunque di quantificare i costi delle operazioni, distinguendo quelli di cui chiedere il risarcimento, e se l’amministrazione comunale condivide tale proposta”.