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Per l’accusa di aver ucciso una sua paziente, la 78enne Rosa Calderoni, con un’iniezione di potassio

18 settembre 2020: è questa la data i cui è stata fissata l’udienza della Cassazione per il caso di Daniela Poggiali, la 47enne ex infermiera accusata di aver ucciso una sua paziente, la 78enne Rosa Calderoni di Russi, con una iniezione di potassio a poche ore dal ricovero all’ospedale ‘Umberto I’ di Lugo l’8 aprile 2014.

Inoltre, come riportano i quotidiani in edicola oggi, la Procura di Ravenna ha chiesto ieri l’ergastolo per la Poggiali durante l’udienza preliminare per l’omicidio di un altro paziente, un 95enne conselicese, anch’egli morto in ospedale a Lugo alla vigilia delle dimissioni. Secondo il pm Angela Scorza il movente sarebbe da ricercare in una minaccia che la Poggiali avrebbe rivolto al 95enne dopo che egli avrebbe licenziato dalla propria ditta il fidanzato della 47enne.

La vicenda giudiziaria dopo la morte di Rosa Calderoni

Tutto cominciò l’8 aprile del 2014: la 78enne Rosa Calderoni morì all’ospedale Umberto I di Lugo dopo poche ore che era stata ricoverata.

Della sua morte fu sospettata l’allora infermiera dell’Ausl Daniela Poggiali.

A marzo 2016 il primo grado finì con la condanna all’ergastolo, tuttavia nel luglio 2017 la sentenza fu ribaltata e l’imputata scarcerata ritenendo che la morte naturale della Calderoni fosse più plausibile.

Nel luglio 2018 la Cassazione bocciò però l’assoluzione rinviando a un appello-bis.

La donna è stata poi assolta il 23 maggio 2019.

Con tale sentenza, la Corte d’Appello bolognese non solo aveva assolto la Poggiali, ma aveva anche trasmesso gli atti alla procura di Ravenna per il vaglio di eventuali false testimonianze, calunnie e simulazioni di reato.

Il procuratore generale ha invece escluso macchinazioni ai danni dell’imputata.

A settembre 2019, il sostituto procuratore generale bolognese Luciana Cicerchia ha chiesto ai giudici della Cassazione di annullare la sentenza della corte d’appello di Bologna datata 23 maggio 2019 con la quale venne assolta l’ex infermiera lughese.

La Cassazione nell’udienza del 18 settembre 2020 dovrà ora decidere se l’assoluzione debba passare in giudicato o se il caso meriti il vaglio di un appello-ter.