
La nota con cui Ravenna Entrate interviene per precisare alcune imprecisioni contenute in alcuni articoli apparsi sulla stampa nelle ultime settimane
In relazione agli articoli apparsi sulla stampa nelle ultime settimane riguardanti l’applicazione ed i controlli sull’imposta di soggiorno, Ravenna Entrate interviene per fare la dovuta chiarezza poiché, precisa, contenenti alcune imprecisioni in merito alle modalità seguite dalla Società nella gestione del tributo.
“Ravenna Entrate, società ‘in house’ del Comune di Ravenna – si legge in una nota –, ha agito nel rispetto totale delle norme e delle tempistiche fissate dalla legge, in un contesto normativo chiarito dal legislatore e dalla giurisprudenza solo tra il 2017 ed il 2018, si vedano in proposito le sentenze della Corte di Cassazione n. 53467/2017, n. 32058/2018 ed ancora n. 6130/2019. Sostanzialmente sono state definite quali fossero le tipologie di controllo e conseguenti azioni da intraprendere da parte delle amministrazioni, nei confronti di chi non avesse rispettato integralmente gli obblighi di legge in materia di imposta di soggiorno, anche nei confronti degli albergatori, qualificati come agenti contabili. In caso di mancato riversamento delle somme incassate nei conti dell’amministrazione pubblica, il reato ad essi contestabile, secondo la prevalente giurisprudenza, è il peculato, con denuncia penale all’autorità giudiziaria competente, oltre alle azioni per il recupero delle somme dovute all’amministrazione pubblica.
In buona sostanza Ravenna Entrate ha avviato l’attività di accertamento sull’imposta di soggiorno ad intervenuta definizione normativa e giurisprudenziale del quadro complessivo, previo incontro con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative del settore cui sono state illustrate modalità e linee di intervento operative. Tutte le azioni sono state compiute e gli atti notificati entro i termini fissati dalla legge. Ravenna Entrate ha fatto, in un certo senso, da apripista anche a favore di altri comuni cui il protocollo di lavoro è stato illustrato, in un contesto normativo che, come detto, è stato definito chiaramente soltanto nell’ultimo biennio. La Società ha notificato atti di recupero per le annualità 2017 e precedenti per un totale di circa € 800.000, elaborando gli atti per l’autorità giudiziaria e collaborando con la Guardia di Finanza, il tutto nel rispetto integrale del quadro normativo venuto ad evolversi nel contempo.
L’attività di recupero, da parte di Ravenna Entrate, sta riprendendo a pieno ritmo, dopo il rallentamento a causa del COVID-19. L’attività di accertamento è attività straordinaria, rispetto a quella di riscossione ordinaria, ed è organizzata annualmente, per tipologie e per ciascun tributo, nel quadro degli obiettivi fissati per ciascuna delle entrate gestite.
Riguardo all’imposta di soggiorno, a breve Ravenna Entrate procederà con il completamento delle liquidazioni e del controllo dichiarazioni per l’anno 2018, e con l’avvio dei controlli per l’anno 2019 e relativa notifica atti. A tal riguardo si vuole porre l’accento sulla correttezza degli atti fino ad ora notificati. La rettifica o l’annullamento di alcuni di essi è conseguito alla rettifica, da parte di alcuni Utenti, delle proprie dichiarazioni trimestrali (non corrette) in precedenza trasmesse a Ravenna Entrate, oppure per versamenti effettuati su conti correnti errati, non intestati a Ravenna Entrate ma ad altri enti. È bene sottolineare, al riguardo, che Ravenna Entrate non è solita cambiare iban su cui effettuare i versamenti senza adeguata pubblicizzazione, le pagine del sito web sono da sempre estremamente chiare ed aggiornate, così come la comunicazione ed il rapporto con l’Utenza che stanno alla base del rapporto di collaborazione tra le parti, Amministrazione e Cittadini”.
Il sindaco Michele de Pascale aggiunge: “Bene la nota di Ravenna Entrate relativa all’applicazione ed ai controlli sull’imposta di soggiorno.
A tal riguardo ci tengo a comunicare che la gestione dei tributi è materia complessa ed estremamente delicata. Nessuno può, con onestà intellettuale, sostenere che questa amministrazione possa aver favorito o sfavorito un singolo contribuente, rispetto ai suoi rapporti con Ravenna Entrate, né per ragioni politiche, né per altre ragioni.
Per questa Amministrazione, Ravenna Entrate, Società a intero capitale pubblico così detta ‘in house’ del Comune di Ravenna, rappresenta una eccellenza riconosciuta in maniera diffusa anche da altri enti, che ha assicurato importanti risultati nella gestione dei tributi locali e nell’ambito del recupero dell’evasione nel rispetto della certezza del diritto applicabile.
Ho letto di Iban e conti correnti variati come se qualcuno si possa divertire a creare difficoltà al contribuente, cosa da escludere. La verità è che se qualcuno sbaglia gli estremi di un pagamento che confluisce presso altri conti correnti, occorre che si faccia evidentemente carico di dimostrare l’avvenuto erroneo versamento, come succede in tutte le situazioni in ambito pubblico o privato. Anche nel periodo dell’emergenza Covid i cittadini e le imprese hanno potuto beneficiare di azioni prontamente attuate con il contributo tecnico e amministrativo di Ravenna Entrate in campo tributario non sempre attuate da altri Enti (es. proroga dei termini di versamento e di numerose imposte fra le quali l‘imu e interventi in riduzione di altre).
Gli organi politici non vengono ovviamente coinvolti nelle scelte, esclusivamente tecniche, rispetto alle attività di accertamento e riscossione che possono riguardare qualunque cittadino. Fino a che sarò sindaco mi batterò contro qualsiasi forma di favoritismo o sfavoritismo, od ovviamente di ingiusto accanimento, contro le imprese e i cittadini, che naturalmente devono rispettare le regole, ma devono trovare sempre un’amministrazione disponibile al dialogo, nel rispetto della legalità”.