
La delusione del maestro dovuta ai cambiamenti nel mondo della direzione d’orchestra.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il maestro Riccardo Muti, risponde al giornalista Aldo Cazzullo sorprendendo molti lettori quando sostiene di “essersi stancato della vita”.
Un’asserzione forte che deriva da una altrettanto forte delusione dovuta ai cambiamenti che stanno interessando il mondo della direzione d’orchestra secondo Muti.
Quando Cazzullo chiede il perché di questa affermazione il Maestro risponde: “Perché è un mondo in cui non mi riconosco più. E siccome non posso pretendere che il mondo si adatti a me, preferisco togliermi di mezzo”.
Ciò che Muti lamenta è un cambio di approccio a questo mestiere; infatti nell’intervista sottolinea che alcuni giovani “Arrivano a dirigere senza studi lunghi e seri. Affrontano opere monumentali all’inizio dell’attività, basandosi sull’efficienza del gesto, talora della gesticolazione”.
Ma la speranza non è persa, trapela dalle parole di Muti che dichiara: “L’Italia è piena di teatri del ‘700 e dell’800 ancora chiusi. L’ho detto a Franceschini: riapriteli, dateli ai giovani. Formate nuove orchestre: ci sono Regioni che non ne hanno. Aiutate le centinaia di bande che languiscono, ridotte al silenzio da un anno e mezzo, con il disastro economico delle famiglie. Dobbiamo fare molte cose, se vogliamo che il nostro patrimonio operistico, il più eseguito al mondo, non sia considerato occasione di piacevole intrattenimento ma fonte di educazione e cultura, come le opere di Mozart, Wagner, Strauss. Verdi non è zum-pa-pa!”.
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