
Alle 17, nella sala “Muratori, per la rassegna dal titolo “Mαιευτικέ. Le guide culturali del Novecento italiano, raccontate da chi le ha conosciute”, traccerà il ritratto di Momigliano, suo maestro e storico antichista
Nella giornata di giovedì 17 novembre, alla biblioteca Classense di Ravenna, alle 17, per la rassegna dal titolo “Mαιευτικέ. Le guide culturali del Novecento italiano, raccontate da chi le ha conosciute”, sarà Carlo Ginzburg, grande storico, a incontrare il pubblico.
Dopo Fabrizia Giuliani, Lucia Battaglia Ricci e Andrea Giardina, Ginzburg, nella sala “Muratori” della biblioteca ravennate, traccerà il ritratto di Arnaldo Momigliano, suo maestro, nato nel 1908 e morto nel 1987, uno dei più grandi storici antichisti del Novecento, a lungo docente all’University college di Londra, ma anche nelle più prestigiose università statunitensi, come quella di Chicago, quella di Harvard, e quella di Yale. Per il professor Ginzburg, che ha avuto la fortuna di conoscerlo da vicino, Momigliano è stato una figura decisiva. Il dialogo intrecciato con lui e con la sua opera ha toccato temi importantissimi e più che mai attuali, a cominciare da quello della verità storica. Il grande maestro piemontese, in un suo lavoro, ha dedicato a Ravenna un passaggio divenuto celebre, che contiene un riferimento anche alla stessa biblioteca Classense, che recita “Quando desidero comprendere la storia italiana, prendo un treno e vado a Ravenna. Lì, tra la tomba di Teodorico e quella di Dante, nella rassicurante vicinanza del miglior manoscritto esistente di Aristofane e in quella meno rassicurante del miglior ritratto dell’imperatrice Teodora, posso cominciare a sentire quel che la storia italiana è stata in realtà”. Il cosiddetto “miglior manoscritto esistente di Aristofane” non è altro che il codice classense numero 429.
Di seguito, una breve presentazione di Carlo Ginzburg, l’ospite di giovedì 17 novembre della biblioteca Classense di Ravenna:
- Carlo Ginzburg, tra i più importanti storici e saggisti dell’Italia, è professore emerito della scuola normale superiore di Pisa, ma ha insegnato anche all’università di Bologna, all’università di Harvard; all’università di Yale; all’università di Princeton; e all’università di Ucla di Los Angeles. Nel 1992, ha ricevuto il “Prix aby warburg” e, nel 2005, il premio dell’accademia dei lincei “Antonio Feltrinelli”, nella categoria scienze storiche. Tra i suoi libri più celebri, tradotti in numerose lingue, si ricordano “I Benandanti”, del 1966; “Il formaggio e i vermi. Il cosmo di un mugnaio del Cinquecento”, del 1976; “Indagini su Piero”, del 1981; “Storia notturna. Una decifrazione del sabba”, del 1989; Occhiacci di legno. Nove riflessioni sulla distanza, del 1998; “Paura, reverenza, terrore. Rileggere Hobbes oggi”, del 2008; “Nondimanco. Machiavelli, Pascal”, del 2018; e “La lettera uccide”, del 2021.
La rassegna in programma alla biblioteca Classense di Ravenna, poi, continuerà con altri due appuntamenti, uno in calendario giovedì 1 dicembre, con ospite Angelo Stella, che parlerà di Maria Corti; e uno in calendario giovedì 15 dicembre, con ospite Alessandra Tarquini, che racconterà di Renzo De Felice. Tutti gli appuntamenti potranno, inoltre, essere seguiti in streaming, collegandosi alla pagina Facebook della biblioteca Classense, disponibile al link www.facebook.com/bibliotecaclassenseravenna/