La Questura di Ravenna (foto di repertorio)

I coniugi si erano presentati in Questura per ottenere il rilascio della carta di soggiorno per familiari cittadini dell’Unione Europea

La Polizia di Stato ha arrestato una coppia, lei italiana 27enne e lui 30enne cittadino straniero, ritenuti responsabili di aver depositato della documentazione falsa all’Ufficio Immigrazione della Questura di Ravenna, al fine di ottenere il rilascio della carta di soggiorno per familiari cittadini dell’Unione Europea.

In particolare i coniugi, nella mattinata dell’8 febbraio scorso, avevano presentato l’istanza in Questura al fine di richiedere il titolo di soggiorno di “lunga durata” a favore dell’uomo; l’operatore allo sportello si è insospettito circa l’autenticità di alcuni documenti presentati dalla coppia e ha deciso di effettuare alcuni accertamenti, informando contestualmente il personale della Squadra Mobile che, all’esito delle verifiche effettuate, ha riscontrato la falsità della documentazione prodotta, specialmente quella relativa alla “dichiarazione di assenso del proprietario dell’alloggio”, nonché di quella attestante il reddito percepito dalla donna.

Per tali motivi le due persone sono state arrestate e sottoposte alla misura precautelare degli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza con rito direttissimo come disposto dall’A.G.

Il singolo episodio si innesta in una più ampia attività di sinergia investigativa tra l’Ufficio Immigrazione e la Squadra Mobile di Ravenna, finalizzata a prevenire e contrastare con efficacia i reati attinenti la documentazione necessaria al rilascio dei titoli di soggiorno in favore dei cittadini stranieri.

In tale ambito tra il 2019 e il 2022 sono stati effettuati degli accertamenti circa le istanze depositate per il rilascio dei titoli di soggiorno per motivi di lavoro, di ricongiungimento familiare o per richieste di protezione internazionale.

All’esito delle verifiche è emerso che in circa 250 casi la documentazione è risultata falsa, in specie nelle dichiarazioni di ospitalità, nei timbri di deposito presso gli uffici pubblici, nelle buste paga emesse da società non più attive e altro.

Le indagini della Squadra Mobile susseguenti a tale attività, hanno permesso di denunciare all’Autorità Giudiziaria i presunti responsabili dei suddetti fatti e delle altre verosimili persone compiacenti, che hanno avuto un ruolo nella falsificazione della documentazione in argomento.