
Conferenza stampa in Comune per fare il punto sui lavori. Rimarranno chiuse la Sala del Commiato e la Chiesa di San Gerolamo
Nella mattinata la Sala Bigari di Palazzo Manfredi ha ospitato una conferenza stampa per fare il punto sulla situazione del cimitero dell’Osservanza di Faenza. al momento hanno partecipato l’assessore Massimo Bosi e Stefano Di Stefano, Ad di Azimut, società che gestisce i servizi cimiteriali.
È stato comunicato che da oggi, lunedì 18 settembre, tutte le zone del cimitero sono accessibili all’utenza ad eccezione del Giardino del Ricordo, della Badia II interrata e della porzione di Badia II ubicata al di sotto del seminterrato. Nel corso della conferenza sono state ripercorse le tappe dei lavori. “Dopo l’alluvione -ha sottolineato l’assessore Bosi- si è partiti con l’interdizione totale della parte del cimitero lato l’Orto Bertoni, da dove peraltro era arrivata l’acqua che ha poi abbattuto il muro di cinta”. Uno dei primi interventi è stato quello di mettere in sicurezza proprio quel manufatto. La recinzione al momento verrà realizzata con rete di cantiere e successivamente verrà riformulato il progetto che dovrà essere presentato alla Soprintendenza. Per meglio poter lavorare il cimitero dell’Osservanza è stato suddiviso in zone. Riaperte in progressione il 12 e il 19 giugno, il 2 luglio, il 13 e infine il 28 agosto. Nel corso dell’alluvione inoltre era stato danneggiato il forno crematorio così le salme che necessitavano di quel servizio sono state trasportate al cimitero di Ravenna, anche quello gestito da Azimut. Da oggi dunque quasi la totalità dell’Osservanza è stato riaperto; ne fanno eccezione dunque il Giardino del Ricordo, la parte della Badia II interrata e della porzione di Badia II ubicata al di sotto del seminterrato. Non verranno riaperte invece la Sala del commiato e la chiesa di San Girolamo, i cui legni della struttuta sono fortemente compromessi.
“Sin dal 19 maggio -ha sottolineato Stefano Di Stefano- abbiamo cercato di lavorare il più velocemente possibile, anche se, come è ben immaginabile acqua e fango hanno complicato moltissimo il lavoro che ha visto l’impiego fino a 25 operai in contemporanea oltre a squadre di volontari, cinque imprese con mezzi d’opera e idropulitrici. Il problema del forno crematorio che inizialmente è stato risolto con il trasporto delle salme a Ravenna, già da lunedì scorso è stato ripristinato, un intervento di circa 300mila euro. Gli ultimi due punti che ripristineremo entro la metà di ottobre sono quelli del Giardino del ricordo e il seminterrato della zona Badia II. I lavori sono già partiti”.
Per quanto riguarda il muro di cinta abbattuto dalla furia dell’acqua si sta pensando di ricostruirlo in cemento armato e poi rivestito in mattoni per riprendere la sezione precedente. La conta finale dei danni si aggira attorno al milione di euro. L’assessore Massimo Bosi ha poi fatto il punto sui lavori da parte della Regione sugli argini del fiume Lamone.
“La rottura nel fiume -ha spiegato Bosi- è stata ripristinata e ora si sta effettuando la pulizia nell’alveo e del sopra-argine e nella zona fino all’Orto Bertoni; con i lavori sono stati rinforzati quei punti del fiume dove disegna un’ansa particolarmente accentuata. Rimane da effettuare la pulizia e l’intervento sulla parte opposta, in destra idraulica”. Infine, in merito ad alcune notizie apparse su alcuni organi di stampa che segnalavano presunte bare che con la forza dell’acqua erano uscite dalle tombe, Di Stefano ha categoricamente escluso che questo sia realmente avvenuto.
“L’allagamento di alcune tombe, quelle allocate nei muri verticali, hanno portato allo spostamento di alcune bare di una ventina di centimetri: anche per quanto riguarda le voci di percolato scuro, questo è stato immediatamente fatto analizzare ed è risultato essere vernice ad acqua con la quale i costruttori delle bare realizzano la vernice di finitura”.
