Ph. Michele "Maikid" Lugaresi

Il weekend con il doppio evento regala alle città e ai lidi un modello positivo. All’Amministrazione comunale e ai cittadini il compito di fare tesoro dell’esperienza e migliorare ciò che non ha funzionato

Si è chiuso ormai da qualche giorno il weekend forse più atteso dell’estate 2022 di Marina di Ravenna, che ha ospitato, venerdì e sabato, il doppio appuntamento con il Jova Beach Party.

Lo show

Circa 70mila persone si sono recate in spiaggia per il grande evento, che ha visto alternarsi sul palco per 8 ore al giorno diversi dj set e ospiti di prestigio, su tutti Gianni Morandi, Fedez e Nek, con anche il saluto, venerdì, del tennista Matteo Berrettini.

A chiudere entrambe le serate naturalmente il concerto dello stesso Jovanotti, atteso mattatore della festa. Nei vari interventi del cantante tanti omaggi alla Romagna, anche sulle note di “Ciao mare”, in coppia con Mirko Casadei. Poi, al termine della due giorni, in cui “Jova” ha letteralmente lasciato la voce a Marina, il saluto: “È stato bello, sono state due giornate mitiche e meravigliose”.

Molti anche gli appelli al rispetto dell’ambiente, tema caro al cantante, ma anche frutto di polemiche prima dell’evento a causa del taglio in fase di preparazione di alcune tamerici e dell’utilizzo della plastica. Come promesso, però, gli organizzatori hanno lasciato la spiaggia come l’hanno trovata, lavorando durante lo smontaggio anche ad una accurata pulizia. Come riportato dal Comune di Ravenna sui propri canali social domenica mattina “Marina si è svegliata pulita, serena, di nuovo pronta alle consuete giornate di spiaggia”.

Il successo della macchina organizzativa

Al netto dell’appassionante spettacolo, che ha lasciato incantati ed esaltati i 70mila partecipanti, il vero successo dell’evento è stato quello di disinnescare le moltissime polemiche nate nelle settimane precedenti.

Tanti erano gli scettici sul funzionamento della macchina organizzativa, ma anche sul piano sicurezza messo a punto, come ricordato dal Prefetto Castrese De Rosa, “in sinergia tra il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica che si è riunito ben 10 volte e la Commissione Provinciale di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo che ha tenuto 5 sedute e 3 sopralluoghi, il 118, la Guardia Costiera, il ROAN, i volontari, la Croce Rossa e la Pubblica Assistenza, oltre ovviamente al Comune di Ravenna e all’organizzazione”.

Contro le aspettative dei più, la viabilità, l’afflusso e il deflusso hanno funzionato quasi alla perfezione. Qualche inevitabile lamentela a proposito delle code al traghetto e del servizio Navetto a tratti insufficiente, anche a causa di uno sciopero nella giornata di sabato, ma la maggior parte delle persone ha giudicato in maniera positiva la logistica messa a punto dalle Autorità.

Tanti pareri entusiasti anche per una Marina di Ravenna viva e piena di gente, resa una mega area pedonale, oltre che per il lungomare con una corsia interamente dedicata a pedoni e biciclette.

Infine va evidenziato come, nonostante le tantissime persone accorse, per lo più giovani, non si siano verificate risse e problemi di ordine pubblico.

In generale, quindi, la macchina organizzativa ha zittito gran parte degli scettici, e molti cittadini, dapprima critici, hanno ammesso anche sui social il successo logistico dell’evento.

Le critiche

Tutto perfetto quindi? Ovviamente no. Detto delle lunghe code al traghetto e nei parcheggi durante il deflusso, restano alcune perplessità sulla sostenibilità ambientale tanto decantata dagli organizzatori. Inoltre non bisogna dimenticare che, per quanto l’evento abbia generato un notevole indotto per le attività della città di Marina, oltre che per le strutture ricettive di tutta la Provincia, in molti sono stati anche penalizzati.

Praticamente tutti gli stabilimenti balneari lamentano grosse perdite, specialmente per quanto riguarda le cene del venerdì e la giornata di sabato, nella quale anche solo per i clienti abituali era difficile raggiungere la spiaggia. Stesso discorso anche per alcuni ristoranti fuori dalla zona di “passaggio” della festa.

I bagni che hanno dovuto smontare gli ombrelloni per lasciare libera l’area del concerto sono stati rimborsati, ma gli altri? Un evento di questa portata avrebbe dovuto creare indotto un po’ per tutti, ma non è stato così.

È vero che i reduci dal concerto hanno poi riempito gli stabilimenti nella giornata di domenica, ma non è stato sufficiente a sanare le perdite. Probabilmente, da questo punto di vista, sarebbe servita un’organizzazione più attenta nel permettere a tutti di sfruttare la grande opportunità di avere 70mila persone in giro per il lido.

Cosa ci lascia il Jova Beach Party?

Che qualcosa non funzioni è purtroppo fisiologico quando si propongono appuntamenti di questa portata, ma l’impressione comune alla maggior parte delle persone rimane positiva, a tratti entusiasta, per una due giorni che ha dimostrato tutte le potenzialità di una località come Marina di Ravenna, troppo spesso poco considerata quando si parla di grandi eventi, soprattutto quelli dedicati ai giovani.

Il tutto a prescindere da un giudizio personale sulla musica di Jovanotti o sul tipo di festa in spiaggia proposta. In un weekend in cui la piccola Marina si è sentita “ombelico del mondo”, per dirla con le parole del cantante, si è visto un po’ tutto quello che per anni si era ritenuto impossibile, ma che, forse, in realtà si può fare.

I grandi eventi ora non sono più un tabù. Ma non dovrebbero neanche esserlo quelli piccoli. Attirare i giovani non è il male. E non è un tabù neanche modificare la viabilità del lungomare, che da decenni qualcuno propone a senso unico con corsie preferenziali per biciclette, pedoni e bus.

Questo è probabilmente il più grande merito di questo weekend di Jova Beach Party: la dimostrazione che organizzare grandi eventi, e bene, a Ravenna e al mare, si può.

All’Amministrazione comunale, che giustamente ora gongola per la riuscita dell’evento, il compito di non sedersi sugli allori e raccogliere questa eredità, lavorando per coinvolgere anche tutti coloro che non hanno avuto benefici questa volta.

Ai Ravennati, invece, una “lezione”: non dire sempre no ed essere scettici di fronte alle novità, salvo poi dover spesso fare marcia indietro quando queste novità si dimostrano vincenti.

“A Ravenna si può” era anche lo slogan con cui il Sindaco Michele de Pascale è stato rieletto poco più di un anno fa. Ora spetta alla sua Amministrazione e ai Ravennati dimostrare che “a Ravenna si può”, anche senza Jovanotti.


LB