Cochi Ponzoni, interprete dello spettacolo dal titolo "Le ferite del vento", in programma sabato 4 marzo e domenica 5 marzo, al teatro Chiari di Cervia, entrambi i giorni alle 21

In programma tutti e due i giorni alle 21, lo spettacolo di prosa è scritto da Juan Carlos Rubio, giovane drammaturgo

Nelle giornate di domani, sabato 4 marzo, e domenica 5 marzo, al teatro comunale Chiari di Cervia, entrambi i giorni alle 21, è in programma “Le ferite del vento”, uno spettacolo di prosa scritto da Juan Carlos Rubio, giovane drammaturgo, diretto da Alessio Pizzech, e interpretato da Cochi Ponzoni e da Matteo Taranto. Domenica 5 marzo, inoltre, al ridotto del teatro cervese, con ingresso gratuito, alle 18, i due interpreti incontreranno il pubblico.

Il giovane Davide, alla morte del padre Raffaele, si ritrova a dover sistemare le sue cose. Nel perfetto ordine degli oggetti lasciati dal genitore, uno scrigno chiuso ermeticamente attira la sua attenzione. Dopo aver forzato la serratura, per la quale sembra non esistere nessuna chiave, al suo interno scopre una fitta corrispondenza ingiallita dal tempo.

La lettura di quei fogli, ricevuti e gelosamente conservati, lo porta a conoscenza di un segreto che mai avrebbe potuto immaginare. Il padre aveva una relazione con Giovanni, il misterioso mittente di quelle lettere appassionate. Chi è questo sconosciuto che improvvisamente emerge dalle ombre della memoria? Dopo un primo momento di sconcerto, Davide decide di affrontarlo.

Nel corso di tre intensi confronti che generano un flusso di parole di una potenza deflagrante, si fronteggiano Giovanni, ironico e divertente, capace di strappare un sorriso anche di fronte al dolore della perdita, e Davide, irruento e orgoglioso, che rende il pubblico partecipe della sua legittima smania di sapere. Ne scaturisce un acceso duello teatrale, dal quale emergono i tratti di un uomo che Davide stenta sempre più a riconoscere come suo padre.

Carlos Rubio introduce gli spettatori nel labirinto del legame profondo, misterioso, e senza limiti di spazio e tempo, che si è instaurato, da anni, tra Giovanni e Raffaele, all’insaputa della famiglia di quest’ultimo. Giovanni diventa per Davide compagno di lutto, amico, e confidente; in poche parole, assume tutte le sembianze che il giovane istintivamente gli riconosce.

La storia presente e passata, man mano che procede, si fa più appassionante, ogni battuta svela nuovi elementi che sorprendono e che commuovono, costringendo lo spettatore a indossare ora i panni di Giovanni, ora quelli di Davide. Al centro, domina la presenza-assenza di Raffaele, che non corrisponde a nessuna delle immagini di uomo e di padre che egli ha dato di sé in vita. Quando, però, finalmente le cose sembrerebbero ritrovare un loro senso, le lettere che hanno tenuto le fila di questa relazione tornano ad essere le vere protagoniste del racconto nel momento in cui Giovanni mostra a Davide le risposte che Raffaele gli inviava…

Per quanto riguarda la regia, “Le ferite del vento” è un racconto intenso, fatto di emozioni che narrano la bellezza e lo stupore di quando, fuggendo dagli stereotipi, viene rimesso in gioco il significato delle parole “padre” e “figlio”.

Preziosi oggetti di scena, sospesi nel buio e illuminati da tagli di luce, disegnano lo spazio dove viene raccontata la storia di due uomini che, attraverso un serrato dialogo tra loro, con sé stessi e col pubblico, svelano quanto illusoria sia la convinzione di conoscere le persone care, quanto in realtà si sia estranei al loro universo interiore, e quanto sia necessario sospendere il giudizio quando si parla di “amore”.

I due protagonisti, nel corso dello spettacolo, si muovono da un punto all’altro della scena avvolti da un’atmosfera di luci e di sonorità che si colorano, di volta in volta, delle suggestioni di un parco o dei rumori di un interno, portando con loro un racconto di vita nel quale è l’umanità dei personaggi a pervadere quella degli interpreti. Lo spettacolo, poi, riporta in superficie temi archetipici, e li restituisce agli spettatori con un linguaggio sì vicino alla quotidianità, ma capace di svelare la poesia delle piccole cose, quella in cui ogni gesto e ogni sguardo rivelano una melodia dell’anima che affascina e che riconsegna, intatta, allo spettatore l’originaria forza del teatro.

I biglietti sono acquistabili in prevendita o online sul sito web www.vivaticket.it, o tramite prenotazione telefonica, telefonando allo 0544 975166, oppure nella giornata di domani, venerdì 3 marzo, e nella giornata di dopodomani, sabato 4 marzo, negli uffici del teatro comunale Chiari della città del sale, con ingresso dal viale della Stazione, dalle 10 alle 13. Il prezzo dei ticket va da 15€ a 26€, con 1€ di diritti di prevendita per ogni tagliando acquistato.

Per maggiori informazioni, è necessario o visitare il sito web www.accademiaperduta.it, oppure telefonare allo 0544 975166.