La biblioteca Classense di Ravenna (foto Shutterstock)

Da mercoledì 27 settembre a mercoledì 15 novembre con appuntamenti anche a dicembre non ancora annunciati

“Il tempo ritrovato”, la rassegna autunnale di ScrittuRa festival, curata da Matteo Cavezzali e organizzata grazie al contributo dell’assessorato alla cultura del Comune di Ravenna e di Apt servizi Emilia-Romagna, alla biblioteca Classense di Ravenna coi principali autori di narrativa, ritorna.

Di seguito, il programma dell’iniziativa, che si svolge alla biblioteca Classense di Ravenna, fino a metà novembre, sebbene il calendario dell’altra metà del mese di novembre e del mese di dicembre sarà annunciato in un secondo momento:

  • mercoledì 27 settembre, alle 17.30, ospite Emanuele Trevi, vincitore del premio “Strega 2021” con “Due vite”, edito da “Neri Pozza”. Ha tradotto e curato edizioni di classici italiani e francesi e collabora con Rai-3 radio. Infatti, si ricordano testi dedicati a Leopardi, a Salgari, a Mellville, a Dick e a molti altri. Proprio in questi giorni è uscito “La casa del mago”, edito da “Ponte alle grazie”, il suo attesissimo nuovo romanzo in cui racconta la storia del suo rapporto col padre. Nel memorabile incipit del testo, la madre di Emanuele Trevi, allora bambino, riferendosi al padre pronuncia più volte un’istruzione enigmatica, ossia “Lo sai com’è fatto”. Per non perderlo, ad esempio fra le calli di Venezia, in una passeggiata dell’infanzia, occorre comprendere ed accettare la legge della sua distrazione, della sua distanza. Mario Trevi, il padre, celebre e riservatissimo psicoanalista junghiano, per Emanuele è il mago, un guaritore di anime. Alla sua morte lascia un appartamento-studio che nessuno vuole acquistare, un antro ancora abitato da psiche, dai vapori invisibili delle vite storte che, per decenni, ha lenito, ha raddrizzato. Il figlio decide di farne casa propria, di trasferirsi nella sua aura inquieta e feconda, e così prova a sciogliere (o ad approfondire?) l’enigma del padre. Muovendosi nel suo mutevole territorio, fra autobiografia, riflessione sul senso dei rapporti e dell’esistenza, e storia culturale del Novecento, Emanuele, propone il suo romanzo più personale, più commovente, e più ironico (e perfino umoristico). Una discesa negli inferi e nella psicosi, una scala che avvicina i vivi e i morti, i savi e i pazzi. Perché, ogni vita, nasconde una luce, se la si sa stanare; e i gesti e le parole più semplici rimandano alla trama sottile dell’essere, se li si sa ascoltare, se si sa lasciarli accadere
  • mercoledì 11 ottobre, alle 17.30, ospite Paolo Di Paolo, con “Romanzo senza umani”, edito da “Feltrinelli”. Autore di molti romanzi, collabora con La Repubblica, con L’Espresso e con Vanity fair. Dal 2006, conduce le “Lezioni di storia” all’auditorium parco della musica di Roma e collabora, come autore, a programmi culturali. Nel 2008, è stato uno dei volti di “Gargantua”, trasmissione culturale di Rai 3 condotta da Giovanna Zucconi. Nel 2019, invece, ha condotto “Fuoco sacro il talento e la vita” su la Effe, un programma dedicato alle biografie di quattro scrittori italiani. Dal 2020, conduce “La lingua batte”, trasmissione radio settimanale in onda su Radio3 Rai. In “Romanzo senza umani”, un uomo solo cammina lungo le rive di un grande lago tedesco. È partito all’improvviso, chiudendo in valigia l’essenziale e un post-it stropicciato con una strana lista di nomi. Forse Mauro Barbi vuole mettersi al riparo dagli effetti di una serie di “incidenti emotivi”, così li chiama, che lui stesso ha provocato. È ripiombato nella vita di persone che non vedeva da tempo, pretendendo di riannodare fili interrotti, di avere risposte fuori tempo massimo. Si è messo in testa di far coincidere i ricordi altrui coi propri, di modificare e di riparare la memoria di amici e di compagni di strada, imponendo la sua versione dei fatti. Che razza di impresa è? Forse c’entra una piccola era glaciale privata, un processo di raffreddamento che ha spopolato la sua esistenza e di cui cerca le ragioni. Il grande lago a cui ha dedicato anni di studio può dargli le conferme che cerca? Vede, anzi immagina, l’immensa lastra di ghiaccio che lo copriva da sponda a sponda quattro secoli e mezzo prima. Il sole pallido su una catasta di uccelli morti, precipitati come pietre. Le anatre assiderate, i lupi affamati. Il cuore di un lunghissimo e spaventoso inverno che travolse l’Europa coi suoi venti polari, le grandinate furiose, le inondazioni. Non è una distopia, è l’esatto contrario, è il 1573. Una remota stagione estrema, che faceva battere i denti, perdere la speranza, ed impazzire. Come se ne uscì? Come se ne esce? Le immagini del passato ingannano sempre. Barbi prova a rientrare nel presente, con tutta l’ansia e la fatica che richiedono i gesti semplici. Uno in particolare può fare la differenza. È la fine di un viaggio fitto di rivelazioni. È l’inizio del disgelo
  • mercoledì 25 ottobre, ospite Eleonora Mazzoni, che parlerà di “Il cuore è un guazzabuglio. Vita e capolavoro del rivoluzionario Manzoni”, edito da “Einaudi”. Un Manzoni trasgressivo, lontano dalla figura impolverata e un po’ bigotta che, purtroppo, a volte si spiega a scuola. Un Manzoni prima uomo e poi scrittore, che la Mazzoni racconta intrecciando le pagine dei Promessi sposi con una biografia costellata di slanci arditi, di delusioni cocenti e di brucianti amori. Il Manzoni, sempre chiamato con l’articolo a precedere il cognome, che si immagina da studenti è un uomo perennemente di mezz’età, dallo sguardo grave e un po’ assente, simile a quello ritratto da Francesco Hayez in uno dei suoi dipinti più celebri. Un uomo che, difficilmente, riesce a ispirare simpatia, così come difficilmente può ispirarla I promessi sposi, il suo capolavoro, che ogni adolescente, svogliato, sorbisce come una medicina amara da ingerire perché, in gergo, “fa bene”. Leggendo, però, con attenzione le milleottocento lettere che Manzoni ha lasciato e le testimonianze di familiari e di amici, lo scrittore risulta molto diverso da così. Conversatore ironico ed affabile, all’avanguardia su tutto, animato da un ardente fuoco politico, da giovane fu ribelle e libertino, rimanendo inquieto per tutta l’esistenza. Anzi, una volta diventato scrittore, Alessandro, stavolta chiamato per nome, riversò la propria inquietudine nella sua opera, come pochi altri hanno saputo fare. I promessi sposi riflette, infatti, tutte le passioni che hanno agitato una vita avventurosa e piena di tumulti emotivi, tra cui l’abbandono materno, l’assenza di un padre, il travaglio spirituale, e la lotta civile per un’Italia unita e libera dall’oppressore straniero. Un grande romanzo popolare, attraversato da uno spirito indomito, capace di penetrare gli esseri umani e il loro cuore. E di scuotere, ancora oggi, l’anima di molte persone
  • lunedì 6 novembre Silvia Calderoni, attrice, performer, regista ed autrice presenterà “Denti di latte”, il suo primo sorprendente romanzo edito da “Fandango”. Il tempo dell’infanzia, quello dei denti di latte e dello stupore per la scoperta di ciò che circonda ogni bambino, non passa, nel romanzo di esordio della Calderoni, invece, si dilata come in un incantesimo, e tratteggia i pannelli di un’infanzia non conforme a Lugo, un piccolo paese della provincia italiana. Vedere, udire. Il campo sensoriale si apre. Agli occhi della protagonista la realtà si offre come spaventoso oggetto di indagine, nulla è, in fondo, come sembra, tutto va studiato, analizzato e sezionato. Con una scrittura scarnificata e poetica, l’autrice racconta un’infanzia non edulcorata, un’infanzia che è già una vita adulta. Un libro indefinibile, inedito, umanissimo
  • mercoledì 15 novembre, Matteo Cavezzali, Silvia Camporesi ed altri autori presenteranno il progetto, nato dalla collaborazione col Corriere della Sera, intitolato “Riemersi-Romagna ’23 storie per un’alluvione”, edito da “Solferino”. Si tratta di una raccolta di racconti per narrare quello che è accaduto in Romagna, a cui hanno partecipato gli autori più importanti del panorama regionale, da Silvia Avallone a Marco Missiroli, da Carlo Lucarelli a Mariangela Gualtieri, da Cristiano Cavina a Lorenza Ghinelli, da Simona Vinci a Francesco Zani, con le fotografie di Silvia Camporesi

In merito al ritorno de “Il tempo ritrovato”, la rassegna autunnale di ScrittuRa festival con vari eventi in programma alla biblioteca Classense di Ravenna, si è espresso Fabio Sbaraglia, assessore alla cultura del Comune bizantino, con le seguenti parole: “Il ritorno de ‘Il tempo ritrovato’ segna, anche quest’anno, l’autunno ravennate con una serie di appuntamenti a cui la città è ormai affezionata. Da anni, infatti, questa rassegna offre l’opportunità di accogliere e di incontrare, negli straordinari spazi della biblioteca Classense, scrittori ed intellettuali importanti e di spicco nel panorama letterario e culturale nazionale”, ha concluso Sbaraglia.

Anche Matteo Cavezzali, curatore della rassegna, si è espresso in merito al tema con le seguenti affermazioni: “Inizia l’undicesimo anno di incontri del ‘Tempo ritrovato’, che dà continuità, durante l’anno, a ScrittuRa festival. Siamo contenti che la biblioteca Classense abbia consolidato questa collaborazione che porta, ogni anno in città, i migliori narratori del panorama nazionale. Siamo, inoltre, felici di iniziare con Emanuele Trevi che, oltre ad essere un autore premiato col premio ‘Strega’, è un amico e un raffinato intellettuale da cui c’è sempre da imparare”, termina Cavezzali.