
Possibile la sperimentazione a partire dall’8 dicembre e fino la 31 dicembre. Poi servono almeno 50 operazioni nel semestre
Grande attesa per il cashback di Stato sulle spese effettuate con moneta elettronica. Al via (salvo ripensamenti dell’ultima ora) l’8 dicembre, può consentire a un maggiorenne residente in Italia di mettere insieme – nella migliore delle ipotesi – oltre 5 mila euro di rimborsi sui propri acquisti dai prossimi giorni all’estate del 2022.
Cos’è il cashback di Stato?
È il rimborso del 10% delle spese effettuate per gli acquisti presso negozi, bar, grande distribuzione, ristoranti, supermercati o presso gli artigiani e professionisti. La condizione per ottenerlo è che si paghi con carte o app di pagamento. Non ci sono importi minimi di spesa, ma un numero minimo di operazioni da effettuare (50 a semestre) per poter entrare nel programma. È invece previsto un tetto al rimborso che si può ottenere da ogni singola spesa: sono rimborsabili gli acquisti fino a 150 euro di valore (quindi 15 euro di cashback). Se gli importi pagati fossero superiori, concorrerebbero comunque al cashback fino a 150 euro.
Perché un rimborso sulle spese?
Il cashback fa parte delle iniziative del governo per migliorare il posizionamento italiano verso la cashless society, che riduce l’uso dei contanti in favore della moneta elettronica (siamo 23esimi in Europa per questa voce, ma la pandemia sta accelerando – come ha certificato la stessa Bce – la transizione verso i pagamenti digitali). Per moneta elettronica s’intende l’insieme di strumenti di pagamento di beni e servizi, da parte dei consumatori finali, digitali e tracciabili quali carte di debito, carte di credito, applicazioni per dispositivi mobili. Alla tracciabilità dei pagamenti, che favorisce (per quanto dibattuta) una riduzione del sommerso, si è unita la volontà di dare ossigeno agli esercenti. Il rimborso di Stato è un incentivo al consumo presso i negozi fisici (infatti l’e-commerce è escluso dal piano) che hanno sofferto i lockdown. Infine, l’obbligo di registrare un numero minimo di transazioni, 100 all’anno, più della nostra media, che secondo PwC era di 77 transazioni a testa nel 2019 contro le 177 europee, mira a rendere la moneta elettronica uno strumento di pagamento quotidiano e non solo dedicato ai ‘grandi’ acquisti.
Il cashback “di Natale” e quello “normale”
Il programma è previsto a regime dal 1° gennaio 2021. A partire da quella data, il cashback “ragiona” per semestri: ne sono previsti tre, fino al giugno 2022. All’interno di ciascun semestre possono accedere al rimborso gli aderenti al programma che abbiano effettuato almeno 50 transazioni con moneta elettronica (è vietato il frazionamento fittizio dei pagamenti per far figurare più transazioni). Il rimborso è pari al 10% dell’importo di ogni transazione, fino a un valore massimo di 150 euro per transazione. Le transazioni di importo superiore concorrono fino a 150 euro. In ciascun semestre sono rimborsabili spese per un massimo di 1.500 euro. In ciascun semestre, dunque, gli aderenti possono maturare un rimborso da 150 euro. Se questa è la versione a regime, dall’8 al 31 dicembre si terrà (salva la conferma della data di avvio da parte del Mef) il cosiddetto cashback di Natale: una versione “sperimentale” della misura per incentivare le compere natalizie. Per questo periodo è previsto un minimo di 10 transazioni per accedere ai rimborsi, sempre con limite massimo di 150 euro a transazione. Il valore complessivo delle spese rimborsabili effettuate a dicembre non può superare i 1.500 euro. Quindi, per il solo shopping di Natale si può puntare a un cashback di 150 euro, come se fosse un intero semestre “normale”.
Come funziona il super-Cashback
Dal 1° gennaio, con l’operatività a regime del piano, scatterà anche la corsa per aggiudicarsi un super-cashback aggiudicato su base semestrale. Per ciascuno dei tre periodi previsti dal piano è in palio un maxi-rimborso da 1.500 euro. Ne avranno diritto i centomila iscritti al programma che avranno totalizzato il maggior numero di transazioni elettroniche durante il semestre. Non c’è importo minimo di spesa: conta il numero di acquisti pagati con carta e app, per cui un pacchetto di caramelle ha la stessa dignità di un frigorifero. Il decreto del Mef dettaglia che a parità di numero di transazioni effettuate, in classifica verrà data la priorità a chi ha effettuato per primo l’ultima transazione registrata. In pratica, in un gruppo di aderenti con lo stesso numero di pagamenti elettronici verrà premiato chi è arrivato per primo a quella soglia. Al termine di ogni semestre il conteggio si azzera.
Chi e come si può registrare
Il programma è aperto a tutti i maggiorenni residenti in Italia. I rimborsi si possono cumulare all’interno di uno stesso nucleo familiare, purché siano presenti più maggiorenni. I cittadini si possono registrare attraverso l’App IO, quella dei servizi digitali della Pubblica amministrazione. Il primo passo da fare, però, è richiedere la propria identità digitale Spid (qui il portale) che è offerta da diversi operatori (le Poste, su tutti, per numeri gestiti) gratuitamente. Su IO si caricheranno gli strumenti di pagamento (uno o più) come carte di credito, carte di debito, Pagobancomat, le cui operazioni verranno segnalate per ricevere il rimborso. Andrà anche indicato l’IBAN del proprio conto corrente. Solo gli acquisti effettuati dopo la registrazione saranno ammessi al cashback.
Come si ottengono i rimborsi?
I rimborsi vengono accreditati dalla Consap sull’IBAN indicato al momento della registrazione o comunque entro la fine del periodo di riferimento. I rimborsi “normali” e quelli “super” da 1.500 euro a semestre saranno accreditati entro 60 giorni dalla fine del semestre. Il rimborso di Natale arriverà invece a febbraio 2021.
Quanti soldi ci sono a disposizione?
Sono a disposizione 1.367 milioni per il primo semestre di cashback normale e 1.347 per i due successivi, con possibilità di travasi delle risorse non utilizzate. Per il cashback sperimentale la dotazione è di 227,9 milioni. In tutti i casi, il decreto chiarisce che qualora le risorse non siano sufficienti per i pagamenti integrali dei rimborsi maturati, questi sono “proporzionalmente ridotti”.