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In Italia la politica uccide le ultime imprese superstiti, anche nella garantista Emilia Romagna

2020 – 2023: il quadriennio peggiore dalla Seconda guerra mondiale dato che … il “bello” dovrà ancora venire. In un Paese anestetizzato dalle moratorie finanziarie, tutte scadute nel 2022, dalla cassa integrazione anch’essa scaduta nel 2022 e dallo smart working, che non scadrà mai più per taluni privilegiati, i politici hanno trovato un nuovo “bengodi” dove tuffarsi e costruire un “arcipelago” anzi “continenti” di burocrazia: scudandosi dietro la primaria necessità di tutelare la salute della cittadinanza. Si sa, le regole sono libertà, ma se troppe generano l’opposto e possono prestarsi a nascondere l’incompetenza.

L’Italia è vittima di scelte scellerate condotte dalla politica dell’ultimo ventennio: non avere bloccato la delocalizzazione ovvero lo smantellamento di ogni filiera del manifatturiero in favore dei Paesi “‘sottosviluppati’ di nome ma non di fatto”; avere favorito il nuovo corso dell’era “revenue sharing web”, credendo ciecamente in un’inesistente panacea digitale; avere accettato un oligopolio digitale defiscalizzato, non avere diffuso cultura digitale free, con la conseguenza di avere messo in ginocchio il Paese: ma nel 2020 è arrivato il Covid (e sono scomparse le influenze) e l’Italia nel 3° anno di questa “era” è agonizzante.

Senza entrare nel merito delle scelte novax, verso le quali il comportamento di tutti gli altri Paesi del mondo fa riflettere, ci limitiamo a osservare questo “terzo conflitto mondiale” che vede l’Italia economica agonizzante e sola, alla mercé della cattiva politica.

Un dramma ignorato, “tutelato” da un agevole e fantastico “smart working” con i suoi ritmi, al netto del comparto della sanità.

In questo quadro ogni politico di turno ha l’imbarazzo della scelta nello sperticarsi sulla narrazione di aiuti messi a disposizione della collettività, delle categorie non protette, ovvero i liberi professionisti, gli imprenditori: cioè i soliti noti che si lamentano sempre! Ma che, non dimentichiamoci, sono stati le fondamenta del miracolo italiano!

Lockdown a raffica reali e di fatto che hanno incancrenito l’economia non sono economicamente compensabili con qualche sconto fiscale sugli affitti, alcuni contributi sulle perdite causate dai lockdown (di fatto parenti del 10%), prestiti da restituire a decorrere dal 2022, ovvero al centro di un lockdown di fatto tuttora in corso. E non bastano poi un poco di mq di occupazione di suolo pubblico gratuiti, alcune dilazioni sul pagamento imposte! Così come un dipendente ha avuto la Cig, le imprese – rispetto alle conseguenze delle scelte statali – devono avere il medesimo paracadute. Ma qui le realtà economiche hanno solo l’imbragatura e non la tela… sono state lanciate nel vuoto dalla politica. Qualcuno dirà: “non erano imprese giuste!”. Ma quegli imprenditori perderanno tutto: non dimentichiamoci che una politica che osa fare questo, domani farà altro di simile verso altre categorie superstiti!

Come chiosa finale rispetto a questo “impresicidio”, la crisi energetica, il problema dell’eterno conflitto russo-americano che vede l’Europa troppo remissiva e abdicante. Le imprese vanno salvate; ai politici che non interverranno va dato il Daspo, quantomeno dall’agone istituzionale.

Robin Hood