
Al centro della riunione, chiesta dalla regione e alle quale hanno preso parte varie autorità, la situazione della “Cooperativa muratori & cementisti” di Ravenna
Nella mattinata di ieri, mercoledì 20 luglio, al ministero dello sviluppo economico di Roma, si è svolta una videoconferenza, un tavolo di confronto di crisi sulla situazione della “Cooperativa muratori & cementisti” di Ravenna, chiesta da Vincenzo Colla, assessore regionale allo sviluppo economico e al lavoro, al quale hanno preso parte Michele De Pascale, sindaco di Ravenna; Luca Annibaletti, del “Mise”; Filippo Giansante, del ministero dell’economia e delle finanze; Ernesto Somma, di “Invitalia”; Giovanni Monti, presidente di “Legacoop Emilia-Romagna”, Alfredo Fioretti, presidente della “C.M.C.” di Ravenna; Romano Paoletti, amministratore delegato della “C.M.C.” di Ravenna; Pier Luigi Ungania, dell’advisory board della “C.M.C.” di Ravenna; e Cgil, Cisl e Uil, le organizzazioni sindacali confederali e di categoria, nazionali e territoriali.
La “C.M.C.” (abbreviazione di “Cooperativa muratori & cementisti) di Ravenna, costituita nel 1901, è la terza società di infrastrutture del Paese, con oltre 2.500 dipendenti diretti e con circa 15.000 nell’indotto fatto di migliaia di piccole e di medie imprese, con cantieri aperti in tutta Italia e in tutto il mondo.
Colla e De Pascale, al termine dell’incontro di ieri chiesto dalla regione e svoltosi in modalità online, si sono così espressi: “Salvaguardare la continuità industriale, l’occupazione e la tenuta sociale di un intero territorio. Questi i punti fermi e, dopo l’incontro di oggi, riteniamo che i ministeri competenti coinvolti, da quelli dello sviluppo economico, del lavoro, dell’economia e delle finanze, fino a quello delle infrastrutture, abbiano tutti gli elementi e tutte le condizioni necessarie a proporre soluzioni idonee già a partire dal prossimo appuntamento, per il quale c’è l’impegno a convocarlo entro la prima settimana di agosto. L’incontro è stato molto importante per far emergere tutte le informalità rispetto agli incontri avvenuti in questi mesi fra i ministeri e le altre società ed imprese partecipate. Soprattutto, però, abbiamo trovato la condivisione di tutti sui criteri proposti dalla regione. Qualsiasi soluzione, diretta o indiretta, deve, infatti, prevedere il vincolo della continuità industriale e della soluzione sociale, sorretta da una adeguata soluzione finanziaria. Riteniamo si debbano coinvolgere soggetti industriali già precedentemente interessati o nuovi. Il Paese non può permettersi di perdere un patrimonio di competenze ingegneristiche tecniche lavorative di tale portata, col rischio di chiudere decine di cantieri in tutta Italia. Sarebbe inaccettabile per la regione e per il comune di Ravenna, mentre ci siamo messi a disposizione in un momento così difficile per un’importante soluzione di messa in sicurezza energetica per il Paese, trovarsi proprio in quella città con un impatto sociale ed economico così grave e così ingestibile. Senza dimenticare che siamo di fronte al più grande investimento pubblico col PNRR, e centinaia di cantieri che rischiano di non trovare il personale e le competenze per portarli avanti, hanno concluso Colla e De Pascale.