
Vicinissime le 7.500 firme contro l’allevamento di Maiolo della Fileni – Futuro Verde valuta l’insediamento
Vicinissima a quota 7.500 la raccolta di firme sulla piattaforma change.org contrarie alla realizzazione di un mega allevamento di polli in Valmarecchia, nel riminese, per l’esattezza nell’area di Maiolo. Nella serata di sabato 11 febbraio presso il gremitissimo teatro sociale di Novafeltria si è tenuto l’evento organizzato dal comitato di cittadini che ha alzato la propria voce di protesta contro l’intervento di riqualificazione dell’area ex Arena, in località Cavallara di Maiolo. “L’allevamento intensivo che porta l’Alta Valmarecchia indietro di 50 anni” era il titolo dell’incontro, ma anche il grido di battaglia di un comitato determinato a informare e a raggiungere i cittadini anche grazie a una virale campagna social. Cittadini, artisti, intellettuali, medici e professionisti, non solo dell’Alta Valmarecchia, si sono schierati a favore di una campagna che ha l’obiettivo di amplificare la battaglia d’opinione e affermare un “no” convinto al nuovo stabilimento Fileni per l’allevamento di polli. Un allevamento fino a 800.000 polli all’anno i cui lavori sarebbero stati avviati senza informare preventivamente i cittadini che hanno appreso il fatto solo quando i mezzi da lavoro sono entrati in funzione nel cantiere.
Punto centrale degli interventi è stata la necessità di tutelare la salute della cittadinanza. La preoccupazione, in particolare, è per l’ammoniaca emessa dagli allevamenti intensivi, la causa principale del particolato secondario, delle polveri sottili, il pm 2,5. I cittadini, peraltro, non ci guadagnano assolutamente niente visto che i nuovi posti di lavoro sono solamente tre. E i danni all’ambiente sono numerosi, dall’aria all’acqua, i rumori, i trasporti.
Dibattito tardivo e cittadini non informati
Futuro Verde ha seguito e segue con attenzione il dibattito che si è aperto sulla costruzione del nuovo impianto di allevamento di polli (composto da ben 16 capannoni), in Valmarecchia. Un dibattito – come si legge in una nota – che arriva tardivo, visto che il progetto ha già l’approvazione della Regione e dei comuni locali, che sicuramente avrebbero dovuto informare con più tempestività la comunità locale, discutendone insieme. È vero che – prosegue la nota di Futuro Verde – si costruisce su un impianto preesistente e dunque in un’aerea già impattata; ciò non toglie che una riconversione di quell’area, cessata l’attività precedente andava valutata e sarebbe stata preferibile, sotto molti punti di vista. Tra l’altro, l’area si sovrappone in parte con un Sito di Importanza Comunitaria.
Tra 837 camion e un mega consumo di acqua
Nella VIA, per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico si parla solo dei possibili odori provenienti dall’impianto. Però il numero stimato di camion che andranno e verranno nell’arco di un anno è 837. Siccome, si dice, questo numero è inferiore a quelli che si muovevano con il vecchio impianto si ritiene che l’impatto sul traffico non sarà significativo. E la stima dei gas e polveri sottili prodotte, che comunque graveranno sui cittadini e sugli habitat della valle? Sempre nella VIA – continua la nota di Futuro Verde – leggiamo che l’impianto si avvarrà di un pozzo per il prelievo di acqua preesistente e un secondo “di emergenza” verrà scavato. L’acqua verrà usata per l’abbeveraggio di un enorme numero di animali, e per altre operazioni come il lavaggio e il rinfrescamento dei capannoni. Le stime parlano di 11.280 metri cubi di acqua per l’allevamento biologico e 24.060 metri cubi per quello convenzionale, praticamente tutti dai pozzi, quindi dalle falde acquifere, in una situazione dove l’acqua è già un bene scarso e prezioso, anche e soprattutto lungo il Marecchia.
Il benessere animale che (forse) non c’è
C’è poi il tema del benessere animale. Non vogliamo fare processi alle intenzioni, non sappiamo come verranno tenuti gli animali nell’impianto e, pur con negli occhi le immagini del servizio televisivo di Report, concediamo il beneficio del dubbio. Ma un impianto del genere e gli allevamenti intensivi in generale, con tantissimi animali rinchiusi in interno per la maggior del tempo, potrà rispettare tutte le norme esistenti, ma ha poco a che fare con un’idea di benessere animale che attiene alla garanzia di una buona qualità della vita di questi, prima della macellazione. Un’idea contenuta anche nel Trattato di Lisbona (la “costituzione” dell’Unione Europea) che riconosce gli animali come essere senzienti.