
Nel giardino Rinaldo da Concorezzo, la statua “L’anima di Dante” di Mauro Fragorzi verrà coperta con un velo e poi liberata, creando una similitudine col Sommo Poeta, anch’egli esule
Domani, venerdì 7 ottobre, nel giardino Rinaldo da Concorezzo di Ravenna, collocato tra la biblioteca “Oriani” e la tomba di Dante, alle 18, è in programma una tappa del flash mob itinerante del partito “+Europa”, in solidarietà alle donne, agli studenti e al popolo iraniano. L’evento, aperto a tutti, si svolgerà intorno alla statua intitolata “L’anima di Dante” di Mauro Fragorzi, alla presenza di alcuni rappresentanti della comunità iraniana in Italia.
La morte della ventiduenne Mahsa Amini, avvenuta martedì 13 settembre mentre era in arresto a Teheran, capitale dell’Iran, per non aver nascosto completamente i capelli sotto lo hijab, è stata la scintilla che ha fatto esplodere, in tutto il Paese, manifestazioni di protesta di giovani iraniane e iraniani, affiancati da una parte importante della società civile, afferma una note. Si tratta, quindi, di una rivolta spontanea che, ogni giorno, paga un tributo pesante di sangue; coi manifestanti che non possono più sopportare la sanguinaria e oppressiva teocrazia degli ayatollah, rischiando, così, la vita e sperando in un futuro più libero, per se stessi e per il proprio Paese.
Nelle proteste del passato, erano state chieste elezioni senza brogli e riformismo moderat,o pur nel quadro del sistema della Repubblica islamica, prosegue la nota. Ora, persa la speranza di ottenere moderazione, equità e diritti da un regime rivelatosi impermeabile a ogni richiesta di apertura, i manifestanti chiedono la fine del sistema politico che ha tradito ogni speranza di cambiamento e che nega i diritti fondamentali di un popolo di profonda cultura, legato all’Italia e all’Europa da un rapporto millenario.
Il partito “+Europa”, aggiunge la nota, è vicino e solidale con le giovani e coi giovani iraniani, che scendono in strada e che sfidano il regime, anche per togliere il velo all’intero Paese, cogliendo nella questione femminile il grimaldello che svela tutte le ipocrisie e tutte le ingiustizie di un sistema oligarchico e autoritario.
“+Europa”, continua la nota, vuole, quindi, aiutare a tenere accesa, anche in Italia, l’attenzione su quanto sta avvenendo, e, per questo motivo, ha previsto una serie di appuntamenti simbolici, in varie città italiane, tra cui, appunto Ravenna, a testimonianza della condivisione dell’anelito di libertà, di giustizia e dei diritti delle ragazze e dei ragazzi iraniani.
In ogni città, una statua verrà coperta con un velo, così come l’oppressivo regime iraniano copre le donne e soffoca diritti e desiderio di giustizia e di una vita serena, e poi liberata, per “svelare” il potente desiderio di libertà che arriva dalle strade delle città persiane, facendolo risuonare anche qui, prosegue la nota. Questa azione, pensata per non fare calare il silenzio in occidente su quello che accade in Iran, è partita martedì scorso da Roma, e giunge a Ravenna con l’idea, per niente casuale, di avvicinare un esule come Dante ad una protesta così attuale. Lo spiegheremo nel corso del flash mob. Questa occasione di protesta e di solidarietà sarà, quindi, utile ad evitare che il tema “violenze e repressione in Iran” venga presto dimenticato, in modo da non far far spegnere la luce dei riflettori sulle centinaia di donne e di studenti imprigionati in condizioni inumane, conclude la nota.
In merito all’appuntamento di domani, venerdì 7 ottobre, nel giardino Rinaldo da Concorezzo di Ravenna, si è espresso Nevio Salimbeni, coordinatore del partito “+Europa Ravenna”: “La statua che a Ravenna abbiamo scelto per essere “s-velata” è quella di Dante, organizzando un flash mob a cui tutti, a partire dalla comunità iraniana di Ravenna, potranno partecipare. La scelta del grande poeta italiano non è casuale, dato che, anche lui, è stato processato per ragioni d’opinione, cacciato e costretto all’esilio, riuscendo, però, alla fine, ad unire il nostro Paese con la forza della cultura e delle idee. La stessa forza che, in una situazione storica molto diversa, hanno gli studenti delle università iraniane, le donne che si sono ribellate alle imposizioni, le persone che soffrono la crisi economica durissima in corso in uno dei Paesi, potenzialmente, più ricchi del mondo. Quello che noi possiamo fare concretamente, oggi, è impedire che vengano spenti i riflettori sulle proteste e sulle violazioni dei diritti umani in Iran, e che l’Europa svolga un’azione più forte per la libertà nella nazione islamica, contro ogni forma di repressione violenta e per evitare altri spargimenti di sangue. Non è molto, forse, ma è l’unica speranza concreta per i tanti arrestati e per chi ancora non si è arreso alla brutalità del regime”, ha concluso Salimbeni.