
Solo metà degli elettori alle urne, così la larga vittoria di de Pascale vale solo il 31% degli aventi diritto
Si sono concluse con il trionfo del Sindaco uscente, Michele de Pascale, le Elezioni Comunali 2021 a Ravenna. Il primo cittadino ha infatti conquistato la rielezione al primo turno con quasi il 60% dei consensi. A fare da contraltare al largo successo di de Pascale (Filippo Donati, primo sfidante, si è fermato attorno al 22%), però, è il crollo dell’affluenza alle urne.
I dati
A votare per eleggere il nuovo sindaco, infatti, si è recato appena il 54,1% degli aventi diritto. Nel 2016 l’affluenza era stata del 61,3%, nella tornata delle Comunali ancora precedente, nel 2011, addirittura del 72%. Alle Elezioni Politiche (storicamente più frequentate) del 2018, aveva votato il 78% degli aventi diritto, nel 2013 addirittura quasi l’83%. Ma solo alle Regionali di un anno fa, l’affluenza era stata comunque del 69%.
Seppur in linea con una disaffezione che ha imperversato in tutta Italia in questa tornata elettorale, dove si è recato alle urne mediamente il 54,69% degli elettori, il dato di Ravenna conferma un trend negativo più ampio della media e la nostra appare come una città che sta abbandonando la politica.
I numeri degli sfidanti
In questo quadro generale, certamente non possono sorridere i 10 sfidanti del Sindaco uscente e riconfermato: il 22,46% incassato da Filippo Donati, principale avversario sostenuto da Lega e Fratelli d’Italia, vale appena 14.742 voti, quasi 6mila in meno di quelli ottenuti al primo turno nel 2016 da Massimiliano Alberghini, candidato allora dal centrodestra unito.
I conti tornano se ai 14.742 voti di Donati si aggiungono i 3.300 del polo civico di Alvaro Ancisi e i 2.167 di Alberto Ancarani di Forza Italia, entrambi dentro la coalizione Alberghini cinque anni fa. Ma, se si torna indietro al 2011, il centrodestra aveva ottenuto 18.461 voti con Nereo Foschini e quasi 9mila con Ancisi, per un totale di oltre 27mila preferenze.
In totale gli sfidanti (in tutto 5) dell’allora Sindaco uscente, il compianto Fabrizio Matteucci, ottennero 38.676 voti (per poco più del 45% dei consensi). Nel 2016 gli avversari di de Pascale (4 in totale) avevano ottenuto addirittura 41.449 voti (53,5%), mentre oggi si fermano a 28.442: 13mila preferenze in meno, sintomo che il frazionamento e il record di candidati sindaci, liste e candidati consiglieri non ha pagato nella sfida al primo cittadino uscente.
La vittoria di de Pascale
Dal canto suo Michele de Pascale può festeggiare una larga vittoria al primo turno, ma a sua volta deve prendere in considerazione la bassa affluenza. I suoi oltre 39mila voti valgono quasi il 60% dei votanti e sono più dei 34mila conquistati al primo turno nel 2016 (quando si era fermato al 46,5%), ma rappresentano appena il 31,38% degli aventi diritto.
Nel 2011, con l’affluenza quasi al 72%, Fabrizio Matteucci fu riconfermato Sindaco con “solo” il 55% dei consensi, ma ottenne 47.250 voti (poco meno del 40% degli aventi diritto), oltre 8mila preferenze in più rispetto alla vittoria di de Pascale. Un confronto che dovrebbe far riflettere considerando che il Sindaco uscente è spesso favorito nella corsa alla rielezione, quindi le Elezioni 2011 sono forse il miglior metro di paragone.
Per tutto questo, nei prossimi 5 anni di Amministrazione, de Pascale dovrà lavorare prima di tutto per far tornare Ravenna alla politica.