
Il consigliere Liverani interroga la giunta regionale sui disagi documentati nei Pronto Soccorso a Lugo e Ravenna. Il punto di vista del direttore dell’ospedale di Lugo, Paolo Tarlazzi
Ore di attesa sulle barelle in attesa di essere visitati o trovare posto in un reparto. E’ successo ad un 95enne a Ravenna, costretto a 30 ore di attesa. Succede a Lugo dove i pazienti a volte preferiscono andarsene e rinunciare all’assistenza piuttosto che trascorrere ore ed ore seduti ad aspettare.
L’interrogazione di Liverani
In virtù delle segnalazioni raccolte, il consigliere regionale Andrea Liverani della Lega ha presentato alla giunta una interrogazione per sapere se sono previste assunzioni straordinarie di medici e infermieri per colmare la carenza di personale al pronto soccorso dell’ospedale di Lugo e in quello di Ravenna.
“Da alcune segnalazioni -ha spiegato il consigliere- risulta che la carenza del personale nell’ultimo periodo si è fatta sentire in modo preoccupante, provocando un aumento dei tempi di attesa. A maggio sono dovuti arrivare rinforzi dall’ospedale di Faenza per poter coprire i turni di Lugo. Sempre all’ospedale di Lugo, nell’area dell’emergenza, ci sono in media 120 ingressi al giorno e sono soltanto due i medici per turno tenuti a seguire tutta la mole di richieste, con conseguenti disagi”.
Liverani ha poi aggiunto: “La mancanza di medici non riguarda soltanto l’ospedale di Lugo, ma anche quello di Ravenna, dove, nei giorni scorsi, si è verificato un altro grave episodio: un signore di 95 anni ha dovuto attendere per 30 ore al pronto soccorso. Il signore, inoltre, è dovuto stare per tutte quelle ore su una barella, senza poter utilizzare un vero letto ospedaliero. La giunta chiarisca come intende affrontare questa situazione nell’interesse della salute pubblica”.
La situazione a Lugo
“Non riusciamo a reperire medici – sottolinea il direttore dell’Ospedale di Lugo, Paolo Tarlazzi. “Fra aziende ce li litighiamo. Quelli disponibili vanno dove le condizioni di vita sono migliori e dove sono pagati di più. E la normativa ci impedisce di fare lavorare anche quei pochi ormai che hanno deciso di non sottoporsi alla vaccinazione antiCovid obbligatoria per il personale sanitario”.
“In servizio presso il Pronto Soccorso dell’Umberto I – continua Tarlazzi – ci sono attualmente 9 dirigenti medici di ruolo a cui si aggiunge anche la direttrice, la Dott.sa Ivana Valenti che partecipa ai turni. In tutto 10. Si tratta di medici esperti e formati il cui numero però non è sufficiente a coprire tutte le necessità. A loro si affiancano 2 medici di emergenza del territorio, quelli che in lavorano sulle automedicalizzate che non sono dipendenti dell’azienda e la cui flessibilità si è recentemente irrigidita e 5-6 giovani medici di continuità assistenziale specializzandi in anestesia e rianimazione, alla loro prima esperienza, che riescono a dedicare al Pronto Soccorso solo un impegno residuale rispetto all’attività di studio. Il monte ore complessivo garantito da tutti loro al netto delle ferie, non riesce a coprire le esigenze di turnazione. Per questo abbiamo chiesto supporto da Faenza che ci ha fornito medici aggiuntivi”.