Le barelle ammassate durante le attese

La testimonianza di una bagnacavallese, alle prese con le lunghissime attese subite dal padre.

Una domenica come tante ma dall’epilogo, definito dalla protagonista,  “da brividi”.  Milena Pagani, residente a Villanova di Bagnacavallo non riesce a trovare altre parole per descrivere quello che ha vissuto al Pronto Soccorso di Ravenna un paio di domeniche orsono, quando ha dovuto accompagnare il padre, là trasportato in ambulanza come “malato oncologico terminale2”.

Il racconto

“Quando sono arrivata – racconta –  mi sono trovata davanti ad una situazione da brividi – continua. “Decine e decine di barelle ammassate le une addosso le altre parcheggiate in un mega stanzone, nell’attesa di essere visitati da qualcuno. Mio padre, da  codice rosso, ha dovuto attendere 9h prima di essere visitato e 27h ore prima di essere trasportato in reparto. Ai dolori lancinanti che aveva gli si sono aggiunti quelli dell’indolenzimento, perché costretto a rimanere sul materassino della barella per troppe ore”. Milena non ha potuto restare vicino al padre in accordo alle disposizioni ancora legate al contenimento della pandemia da Covid.

L’allontanamento dei famigliari

“I famigliari – continua – non possono entrare, se non per una breve visita, il resto del tempo i pazienti vengono lasciati la da soli, si lamentano e chiamano i pochi infermieri che ci sono, ma non vengono ascoltati, perché ci sono troppi pazienti per troppo poco personale. Per non parlare dei bisogni primari, come bere un sorso d’acqua o andare in bagno, i pazienti, come mio padre, sono costretti a tenersela nella speranza che prima o poi arrivi qualcuno ad assisterli, diversamente se la fanno addosso. Io – sottolinea – sono rimasta shockata. Una struttura sanitaria di eccellenza è diventata una struttura da terzo mondo” . Milena ha denunciato la situazione tramite pec all’’Azienda sanitaria.